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BEYOND THE ADVANCED PSYCHIATRIC SOCIETY- A COLLECTIVE RESEARCH/ OLTRE LA SOCIETA' PSICHIATRICA AVANZATA- UNA RICERCA COLLETTIVA
" L’attacco alla salute mentale nel Friuli Venezia Giulia" [Forum Salute Mentale, 28 maggio]
da "Bateson Deleuze Foucault"<313188085394253@groups.facebook.com>
RispondiEliminaPietro Barbetta: (6 giugno 23.34.12)
La proposta Ciccioli è un attacco ai diritti umani, dovremmo fare un appello alla comunità internazionale, raccogliere firme. Si propone di agire contro la volontà di un cittadino, senza alcuna ragione morale plausibile. Da questo a Leros il passo è breve perché è la stessa concezione. Ma certo l'Onorevole Ciccioli (ma chi è quello di Silvano?) non sa cos'è Leros.
Enrico Valtellina: (7 giugno 0.45.07)
Non conoscevo, sembra un corrispettivo dell'istituto serbskij.
http://lerosgrecia.info/il-manicomio-di-leros/
Enrico Valtellina: (7 giugno 0.45.58)
Si impone gemellaggio con San Servolo.
Chi Pera: (7 giugno 6.26.50)
non serve 'tornare' a Leros..ahinoi..la deriva dei Servzi, culturale prima ancora che organizzativa e operativa, alimenta le insopportabili ragioni di iniziative come quella Ciccioli, l'ultima tra decine succedutesi in questi decenni, ma più di altre a rischio di 'successo' proprio perchè nel frattempo la manicomialità ha occupato ogni spazio fisico e mentale a fronte di un imbolsimento autoreferenziale di chi aveva responsabilità di presidiare a livello formativo, gestionale, ma anche sociale e politico che questo non accadesse..siamo indeboliti..stanchi..distratti..abbiamo arredato con cura le nostre trincee come fossero ognuna un 'hortus conclusus' e non ci siamo accorti che nel frattempo la battaglia si svolgeva altrove e altrimenti..e il deserto avanzava
Giacomo Conserva: (7 giugno 6.50.23)
dear Chi Pera- ho sempre diffidato del 'noi'. Alcuni hanno fatto certe cose, altri ne hanno fatto altre. Le storie sono diverse, il mondo è vasto, e credo che ognuno abbia le proprie (proprie- non altrui) responsabilità. E le proprie bastano e avanzano senza dovere cosmizzare il tutto, mi pare.
Chi Pera: (7 giugno 6.55.36)
anch'io non amo generalizzazione general-generiche, anche perchè personalmente e a caro prezzo ho in questi decenni resistito e resisto a quella deriva, ma non si può non rilevale il carattre diffusivo e pervasivo di fenomeni dei quali anche chi di noi si distingue o perfino eccelle deve farsi carico, interrogandosi su cos'altro e altrimenti avrebbe potuto fare o fare in modo fosse fatto..o ci vogliamo accaontentare che quello che sta accadendo accade nonostante..'noi'
Chi Pera: (7 giugno 6.57.43)
a dirla tutta..il noi non si riferisce ad una popolazione piuttosto che ad un'altra..quanto alla reciprocità delle responsabilità nella dimensione matriciale del 'noi' che precede sempre l' 'io e 'il tu'
Pietro Barbetta: (7 giugno 7.40.54)
Sì, ma penso che la questione posta da Giacomo sia. Invece di piangersi addosso rispetto a quel che "noi" non abbiamo fatto: hai "tu" qualche proposta da fare per un impegno a contrastare Silvano, pardon, l'onorevole Ciccioli e la sua banda?
(segue da sopra)
RispondiEliminaChi Pera: (7 giugno 15.49.10)
le mie proposte oltre che nella miitanza del mio essere istigatore di alternative nonostante il mio essere psichiatra e da quasi quarant'anni nei Servizi di questo Bel Paese in Lazio, Friuli, Toscana, Trentino (e ancora si vedrà), del mio essere da altrettanto tempo in Psichiatria Democratica senza omologazione di pensiero o appiattimento d'anima, del mio essere (trans)formatore nomade dentro e fuori il recinto Psy, del mio quotidiano impegno civile e politico comunque critico, sono a disposizione di ogni interlocutore, a cominciare da quelli attivi in questo gruppo,laddove e allorquando si voglia contestualizzare la resistenza o l'attacco alla 'banda' senza eludere esperienze di autocritica alle quali siamo da molto e in molti refrattari, proprio in quell'area di riferimento intellettuale e pratico al quale ci picchiamo di appartenere o che amiamo frequentare
Chi Pera: (7 giugno 16.02.01)
vogliamo, e io da uomo di sinitra ancorchè 'cane sciolto' da sempre, lo vorrei, parlare dello stato dei Servizi nella rossa Emilia Romagna, piuttosto che nell'altrettanto rossa Toscana...vogliamo parlare del 'come se' di qualche carro di Tespi che si aggira dentro e fuori i confini nazionali senza interrogarsi sullo 'stato speciale' dei Servizi da provincia 'speciale' dei quali vanta di aver fatto modello e perfino esportabile fino a proporre con l'aggiunta di un '1' a '180' s'essere continuazione dell'esperienza basagliana..vogliamo parlare derl ruolo delle Università nello sfornare nelle loro appendici 'brevi' e /o 'masterizzate' legioni di replicanti tanto ignoranti quanto arroganti che scambiano, e non per colpa loro la 'laurea' o la laurea magistrale' come legittimazione al loro essere orfani d'interrogativo e di curiosità, occupando e liquidando progressivamente i margini residui di pensiero che sempre più rarefatti sopravvivono qua e lè nei Servizi e nei territori..vogliamo?..disponibile, anzi interessato..nel frattempo mi scuso davvero per il troppo spazio e tempo occupato dai miei interventi
Giacomo Conserva: (7 giugno 23.48.10)
be'- adesso ci capisco qualcosa- sono domande sensate, problemi che mi paiono assolutamente reali- che aiutano a discutere e pensare. (In particolare, che l'Emilia con i suoi servizi non sia il paradiso mi trova assolutamente d'accordo: è ANCHE il regno del pensiero-unico, del discorso burocratico/organizzativo in proliferazione, della accoppiata di politically correct e rigetto del diverso etc etc etc)
Pietro Barbetta: (8 giugno 6.04.40)
Concordo con entrambi, grazie per queste delucidazioni.
Giacomo Conserva: (8 giugno 6.15.19)
per enrico: leros per quello che ne so era un totale inferno barbarico, il Serbsky di Mosca era un lager scientifico/sovietico; molto molto diversi.
Enrico Valtellina: (8 giugno 6.18.56)
Sì, l'accostamento era per l'uso politico dell'internamento psichiatrico.
Chi Pera: (8 giugno 7.28.33)
potremmo cominciare a discutere dell metastatizzazione dell'ideologia manageriale, ben altra cosa dalle culture organizzative, quale fenomeno degenerativo del processo di aziendalizzazione che aggiunge alle consuetudini burocratico-inerziali del sedicente 'pubblico' la disinvolta irresponsabilità sociale del 'privato' e dei suoi -ismi di circostanza, legittimando dirigenze selezionate per ignavia e clientelismo, collaudate nell'arte della rimozione strategica del conflitto, stabilizzate nella collusione tra i loro vantaggi primari e i vantaggi secondari che l'adesione sicariale di tanti operatori interni ed esterni alle loro logiche di mutuo accomodamento garantisce....