BEYOND THE ADVANCED PSYCHIATRIC SOCIETY- A COLLECTIVE RESEARCH/ OLTRE LA SOCIETA' PSICHIATRICA AVANZATA- UNA RICERCA COLLETTIVA


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domenica 3 aprile 2011

Sylvia Plath THE EDGE






La donna ora è perfetta
Il suo corpo

morto ha il sorriso della compiutezza,
l'illusione di una necessità greca

fluisce nei volumi della sua toga,
i suoi piedi

nudi sembrano dire:
Siamo arrivati fin qui, è finita.

I bambini morti si sono acciambellati,
ciascuno, bianco serpente,

presso la sua piccola brocca di latte, ora vuota.
Lei li ha raccolti

di nuovo nel suo corpo come i petali
di una rosa si chiudono quando il giardino

s'irrigidisce e sanguinano i profumi
dalle dolci gole profonde del fiore notturno.

La luna, spettatrice nel suo cappuccio d'osso,
non ha motivo di essere triste.

E' abituata a queste cose.
I suoi neri crepitano e tirano.

5 febbraio 1963


[questa è l'ultima poesia di Sylvia Plath; pochi giorni dopo si suicidò mettendo la testa in una stufa a gas di notte, dopo avere con cura tappato la stanza con lo scotch; nella stanza vicina dormivano i due figli, di 2 anni e di pochi mesi]




EDGE


The woman is perfected.
Her dead

Body wears the smile of accomplishment,
The illusion of a Greek necessity

Flows in the scrolls of her toga,
Her bare

Feet seem to be saying:
We have come so far, it is over.

Each dead child coiled, a white serpent,
One at each little

Pitcher of milk, now empty.
She has folded

Them back into her body as petals
Of a rose close when the garden

Stiffens and odors bleed
From the sweet, deep throats of the night flower.

The moon has nothing to be sad about,
Staring from her hood of bone.

She is used to this sort of thing.
Her blacks crackle and drag.

5 February 1963

[SP's last poem]


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