a. La teoria di Los Angeles è logicamente e strutturalmente connessa alla teoria di Tijuana- un po’ come il volto nascosto del pianeta delle scimmie è connesso alle scimmie trionfanti, o come la sublime, fredda e impassibile Legge è unita al suo mostruoso supplemento di nuda furia. Inoltre, Los Angeles è mostruosa la sua parte (in tutte e quattro le ‘ecologie’ descritte da Reynert Banham)- si guardi semplicemente il capitolo sul ‘noir californiano’ nel libro di Mike Davis su ‘LA CITTA’’, come la chiamò Edward Soja.
b. Si veda poi "TIJUANA 2: Michael Hemmingson's "ZONA NORTE" [2008, 215 pp]", e “TIJUANA 3/ita: JJ-180 [PK Dick, "Illusione di potere"]”- e l’approccio al suo retroterra (antropologico, non solo geografico) con ‘Imperial’: 1, 2, e a venire. Non so se questo mi proietterà nello spazio, come qualche eroe dickiano de ‘La città sostituita’ (inclusa da Vollmann nella sua monumentale bibliografia)- o semplicemente verso più casalinghi sbalzi temporali in mezzo ad alieni, come il Dr. Eric Sweetscent a Tijuana sensu stricto.
c. VALIS (Grande Sistema Vivente Intelligente Agente), la grande epica di questa porzione della superficie del globo, lo aveva mostrato: Santa Ana, California, si apre su un milione di dimensioni e un milione di soli (con molte di queste dimensioni assolutamente squallide e prive di significato- i soli neri, o grigi). ‘E molto dubbio che qui ci si possa aggrappare al principio di piacere o a quello di realtà: le cose sono un poco più complicate, la vita vera (qualunque cosa ciò significhi) non è così.
[S. Žižek, "The Matrix, or, the Two Sides of Perversion", 1999, http://lacan.com/zizek-matrix.htm]
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