http://www.kasparhauser.net/ellenwestPP.html
"Da gran tempo non ho più tenuto un diario, ma oggi devo riprendere il mio quaderno; in me c’è infatti una tale rivolta e un tale fermento che devo aprire una valvola di sicurezza se non voglio scoppiare perdendo ogni freno e diventando aggressiva [...]. O Dio, l’angoscia mi rende furiosa!
(testi di Ludwig Binswanger, Giacomo Conserva, Ellen West, Martin Heidegger, Omar Montecchiani...)
Questo dossier/seminario
è il primo frutto di un lavoro di gruppo attorno a una figura e ad una storia per molti versi emblematica. 'Ellen West' (è uno pseudonimo datole da Binswanger), intelligente, ricca, bella, morì suicida nel 1921 dopo 13 anni di cure psichiatriche e tre psicoterapie, pochi giorni dopo essere stata dimessa da Binswanger dalla Clinica di Kreuzlingen. Da anni si sa che fu un suicidio assistito e preparato dall'entourage immediato (Binswanger compreso). La diagnosi di Binswanger fu di schizofrenia; molto verosimilmente si trattava di anoressia nervosa. Come tutti i 'casi' classici, è stato letto e riletto. Si è passati per certi aspetti dalla glorificazione dell'insight di Binswanger alla critica alle sue teorizzazioni e pratiche; dalla concezione di Ellen come vittima da onorare e compiangere alla ricostruzione ipotetica di un campo di forze e di conflitti; si è visto nel suo destino un effetto non solo della 'malattia' ma anche un esempio del ruolo insostenibile imposto a tante donne (e persone in genere).
Il nostro lavoro è un tentativo di cercare non solo di mantenere la memoria in un'epoca che la cancella, ma più in generale di cercare alternative all'appiattimento su psicofarmaci e manuali diagnostici, a scapito e dell'esperienza reale e delle reali situazioni di vita (multidefinite e multiproblematiche). Personalmente, in questi mesi ho scoperto Salvador Minuchin, e ritrovato un tardo testo di Laing (ne 'La voce dell'esperienza', dell'82), e uno di Foucault ben anteriore alla 'Storia della follia'; e altro (p.e. la connection con le tematiche del femminismo), compreso il non trascurabile fatto appunto di lavorare ASSIEME con altri a questo progetto- che vuol dire pure andare al di là della sostanziale inconcludenza dei gruppi di discussione in rete, e della ricerca/riflessione solitaria, per quanto fondamentale e fondante questa sia.
Ora ci piacerebbe che questo primo abbozzo di lavoro fosse occasione per commenti, riflessioni, pensieri di altri.
Se vogliamo uscire dalla società a dimensione immaginaria, dobbiamo ciascuno attivarci. Produrre discorsi, creare reti, sviluppare connessioni appunto.
C'è un detto informatico: GARBAGE IN, GARBAGE OUT: se introduci solo spazzatura nel sistema, il sistema restituirà spazzatura e nient'altro. Bene, cerchiamo dunque di fare qualcosa d'altro.
(g. conserva)
kasparhauser rivista
gennaio 2013
IN PROGRESS
"Binswanger
e il caso ‘Ellen West’"
di
G. Conserva.
"La
temporalità del mondo sepolcrale"di Ludwig Binswanger.
"La
significatività/positività della morte di Ellen West" di Ludwig
Binswanger.
"Io
non sono una bambola" (Diario, 1908)
di
Ellen West.
"Soffrire
come una bestia "(Diario, 1920)
di
Ellen West.
"Cattivi
pensieri" (1909)
di
Ellen West.
"Carl
Rogers e il caso Ellen West"
di
G. Conserva.
"Ludwig
Binswanger e l’incomprensione della 'Cura'”
di
Martin Heidegger.
"La
sproporzione antropologica e l'esperienza anoressica. Una temporalità
di-sperata"
di
Omar Montecchiani
"Bibliografia-sitografia"
a
c. di G. Conserva.
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