lunedì 18 aprile 2011
Scépsi/ European School of Social Imagination: "Sensibilità e connessione"
di FRANCO BERARDI
Il campo della sensibilità è coinvolto nel processo di riformattazione cognitiva: il pensiero estetico è preso in questo passaggio. Anche il pensiero etico e politico ridefiniscono il loro punto di osservazione e il loro contesto intorno al passaggio dalla forma congiuntiva alla forma connettiva della concatenazione umana.
La congiunzione è divenire-altro. Al contrario nella connessione ogni elemento rimane distinto e interagisce solo funzionalmente. Le singolarità cambiano quando si congiungono: diventano qualcosa di diverso da quello che erano prima della congiunzione. L’amore cambia gli amanti e una combinazione di segni a-significanti dà origine all’emergenza di un significato che non esisteva prima. Più che una fusione di segmenti la connessione comporta un semplice effetto di funzionalità macchinica. Per potersi connettere i segmenti devono essere compatibili e aperti all’interfacciamento e all’inter-operabilità. La connessione richiede che questi segmenti siano linguisticamente compatibili. In effetti la rete digitale si espande riducendo un numero crescente di elementi a un formato, un codice che rende compatibili segmenti differenti.
I segmenti che entrano in questo rizoma appartengono a diversi regni della natura: sono segmenti elettronici, semiotici, macchinici, biologici e psichici: circuiti in fibra ottica, astrazioni matematiche, onde elettromagnetiche, occhi umani neuroni e sinapsi.
Il processo che li rende compatibili attraversa campi eterogenei dell’essere riducendoli al principio di connettività
L’inserzione dell’elettronico nell’organico, la proliferazione di congegni elettronici nella semiosfera trasforma la relazione tra coscienza e sensibilità e lo scambio di segni.
Congiunzione è l’incontro e la fusione di forme irregolari che sifondono in una maniera imprecisa, irripetibile imperfetta e continua. La connessione è interazione puntuale e ripetibile di funzini algoritmiche, linee diritte e punti che si giustappongo perfettamente e sono inseriti e rimosse secondo modalità discrete di interazione. Queste modalità discrete rendono le differenti parti compatibili con standard predeterminati. La digitalizzazione dei processi comunicativi produce una sorta di desensibilizzazione alla curva e ai flussi di divenire lento, e d’altra parte produce una sensibilità al codice, ai salti di stato e alla sequenza rapida di segni discreti.
Nel regno della congiunzione l’interpretazione segue criteri semantici: il significato dei segni dell’altro che entra in congiunzione con te va compreso a partire dalle intenzioni, dal contesto dalle sfumature del non detto. I criteri interpretativi del regno della connessione sono puramente sintattici. Nella connessione l’interprete deve riconoscere una sequenza e deve saper compiere l’operazione richiesta dalla sintassi del sistema operativo: non c’è posto per i margini di ambiguità nello scambio di informazioni procedurali, e l’intenzione non si può ricostruire attraverso sfumature.
Questa mutazione produce effetti dolorosi nell’organismo cosciente e possiamo leggere questi effetti attraverso le categorie della psicopatologia: dislessia, ansietà e apatia, panico, depressione e una sorta di epidemia suicida si stanno diffondendo. Tuttavia, una descrizione puramente psicopatologica non coglie la questione nella sua profondità, perché in effetti si sta verificando un adattamento dell’organismo cosciente ad un ambiente in mutamento e un adattamento del sistema cognitivo all’ambiente tecno-comunicativo in trasformazione. Questo genera patologie della sfera psichica e delle relazioni sociali.
La percezione estetica, che concepiamo come il territorio della sensibilità e dell’aesthesia, è direttamente coinvolta in questa trasformazione. Nel suo tentativo di interfacciarsi efficientemente con l’ambiente connettivo, l’organismo cosciente appare inibire quella che chiamiamo sensibilità. Con la parola sensibilità intendo parlare della facoltà che rende possibile agli esseri umani l’interpretazione di segni che non sono verbali né possono essere espressi verbalmente, intendiamo la capacità di comprendere quel che non può essere espresso in forme dotate di una sintassi finita. Questa facoltà si rivela inutile e anzi dannosa in un sistema connettivo integrato. La sensibilità infatti rallenta i processi di interpretazione e li rende aleatori e ambigui riducendo l’efficienza produttiva dell’agente semiotico.
Il campo etico in cui l’azione volontaria possibile gioca un ruolo essenziale nella riformattazione del sistema cognitivo. I sociologi e i giornalisti lamentano una sorta di mancanza di sensibilità etica e una generale indifferenza nel comportamento della nuova generazione. In molti casi, lamentano il declino dei valori ideologici o dei legami comunitari. Tuttavia, se vogliamo comprendere la sofferenza che investe il campo politico e etico, occorre insistere soprattutto sull’estetica. La paralisi etica e l’incapacità di governare eticamente la vita individuale e collettiva sembra venire da un disagio nella sfera dell’aesthesia, la sfera della percezione dell’altro e del sé.
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