Qui non riesco a pensare per generalizzazioni. 'E un mio limite, spero di superarlo. Solo una serie di flash (o di flashback):
'La donna che ce l'ha fatta', di Robin Morgan- che ho tradotto alla fine del 1977; e la canzone degli Appalachi citata all'inizio (non cantare forte/ sveglierai mia madre/ lei dorme qui/ vicino a me/ e nella sua mano/ un coltello d'argento/ ha giurato che/ non mi sposerò)-
'Macellum' di Maria Schiavo, e le lettere che mi sono scambiato con lei-
i romanzi che sto leggendo: 'La stanza delle donne', la grande epica di Marilyn French; 'Piccoli mutamenti', di Marge Piercy, così tenero e duro-
Sylvia Plath Sylvia Plath Sylvia Plath; la citazione ritrovata (questa è la luce della mente, fredda e solitaria-/ gli alberi della mente sono neri; la luce è blu); il meraviglioso libro di Anne Stevenson su di lei ('bitter fame'), le poesie che per 40 anni Ted Hughes ha scritto per lei, una mia poesia trovata in un taccuino-
le donne che ho incontrato, naturalmente, prima moglie, seconda moglie, l'amour fou di due anni per F., mia figlia, altre storie e non-storie-
Virginia Woolf, le Brontes, Iris Murdoch, Joanna Russ Frida Kahlo Wendy James etc etc etc-
è un elenco deplorevole, potrebbe continuare all'infinito- con alcune persone donne ho condiviso la lotta contro la società patriarcale, con altre momenti o anni o sogni; è la mia vita; non so se ne se può trarre qualche conclusione generale.
una cosa lunga che o scritto finiva così- (e questa è l'unica conclusione che mi sento di poter condividere):
"Ricordo un sole splendente, sopra gli alberi del Parco, e sapere con chiarezza che il sole era il disco di Visnù, nel senso più letterale della parola, e che la bontà esisteva e si manifestava nel mondo - per me, per tutti.
Più tardi, quando calava la sera e i colori mutavano, due o tre persone si raccoglievano ad ogni angolo. Era così l’uso, da dieci anni ormai. // E frammenti di parole volavano nel vento, frammenti di storie, come due più uno che in qualche modo faceva tre (oppure no), e tu mi hai preso la mano, e poi un tocco sulla spalla, e una stretta al cuore pensando a tutto quello che sarebbe successo -precognizione, telepatia, empatia- e la bambola meccanica appoggiata alla finestra si mise a muoversi al dolce suono di un carillon, come per gioco, la festa.
Come nella Faerie Queene: vengono generate storie - il tessuto astratto delle avventure genera le storie.
Restava da capire quale storia fosse questa, adesso, e chi riguardasse. Ma era un compito che si poteva lasciare ai continuatori, e comunque non poteva esserci alternativa alcuna al puro effetto dello scorrere materiale del tempo."
[DA UN TACCUINO DI TANTO TEMPO FA]
RispondiElimina'P. e G. parlavano (giorni del 1977)'
L’Uno si è diviso in Due
molto tempo fa; e cosa ne è rimasto? A mani vuote,
nebbia fra i nostri gesti & le
nostre parole.
Ci hanno espropriato del nostro corpo.
Vi hanno espropriato del vostro corpo. E allora?
Patrizia e Germana parlavano di come
fosse ingenuo questo parlare di composizione
& attacco, come non esistesse un “noi”, e neanche un “voi”, forse,
ma il movimento della separazione.
C’è una storia Zen sul nostro manifesto;
anche nel nostro paradiso Zen non ci incontreremo.
(http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150402279135716&comments)
da fb:
RispondiEliminaFabio Ciriachi: ' Cosa sarà di Patrizia e Germana? Parleranno anche loro di noi (altri) come tu, per un vecchio taccuino, dopo tanti anni sei tornato a parlare di loro?'
06 febbraio alle ore 1.11
Giacomo Conserva; 'Germana, se parla, parla in cielo. Era la mia prima moglie; è morta 6 anni fa (l'avevo lasciata nel 2000). Patrizia è ancora in giro, anche se un po' pesta; non so se ha una alta opinione di me (noi)'
06 febbraio alle ore 1.42
Antonio Chiari; 'nello spazio una luce flebile mi permette di veder/ti... il nostro manifesto è bellissimo... risplende appunto'
06 febbraio alle ore 16.43