Psichenauti, erano chiamati un tempo. Esplorare lo spazio interno. Qui pare proprio si tratti di questo. E che lo spazio interno (altopiano, paese, grande foresta, vari loci- albero, locanda, casa dello zio, rifugio nascosto, cascata: il tutto popolato di persone e animali) sia omologo in qualche modo allo spazio del mondo e della storia (weltgeschichtlich, proprio), ma labirinticamente, riavvolgendosi su se stesso in diverse serie, passando e ripassando per le stesse posizioni, sottilmente trasformate però. Un realismo estatico-allucinatorio, dove la posizione centrale non è né del narratore né degli aiutanti o oppositori, ma dell'albero/tana (Der Bau!) di Franco e di Tommi, che diventa insieme l'albero della impiccagione e l'albero della visione. Forse questo coincidere finale apre il mondo? Forse. Forse non si rimarrà prigionieri della quest, si potrà scendere nelle città liberi dall'incantesimo, dopo questo maze running sempre più convulso e non solo transgenerazionale ma transtemporale. O forse no: l'incubo si affermerà con tutta la sua potenza, il suo sangue, il suo orrore (e le sue delizie). Kafka+Wu Ming+Lovecraft.- Ma Odino l'impiccato era comunque il dio della profezia, fosse pure quella della distruzione del mondo, il nostro mondo, nella guerra civile o planetaria o che.
Una nuova nascita forse: partendo da Paumanok dove sono nato...
[THE STRANGLERS- NO MORE HEROES]
Una nuova nascita forse: partendo da Paumanok dove sono nato...
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