They flee from me that sometime did me seek
With naked foot, stalking in my chamber.
I have seen them gentle, tame, and meek,
That now are wild and do not remember
That sometime they put themself in danger
To take bread at my hand; and now they range,
Busily seeking with a continual change.
Thanked be fortune it hath been otherwise
Twenty times better; but once in special,
In thin array after a pleasant guise,
When her loose gown from her shoulders did fall,
And she me caught in her arms long and small;
Therewithall sweetly did me kiss
And softly said, “Dear heart, how like you this?”
It was no dream: I lay broad waking.
But all is turned thorough my gentleness
Into a strange fashion of forsaking;
And I have leave to go of her goodness,
And she also, to use newfangleness.
But since that I so kindly am served
I would fain know what she hath deserved.
Fuggono via da me quelle che un tempo
Caute e in punta di piedi da me entravano;
Arrendevoli e docili eran quelle
Che ora sono selvagge;
non ricordano
Le volte che incuranti del pericolo
Correvano a mangiar dalle mie mani: E ora cercan d'altri, come cani.
Ma, se dio vuole, un tempo era diverso,
Migliore venti volte; una, ricordo,
Tutta velata, e di piacente aspetto,
Quando la veste le cascò di dosso,
E mi serrò fra le sue snelle braccia ,
E dolcemente mi baciò, e mi disse:
"Amore mio, che cosa te ne pare?"
Giuro che non fu un sogno, ero ben desto;
Ma tutto si mutò, col mio consenso,
In uno strano modo di lasciarsi:
Libero io d’andarmene impunito,
Lei di seguire questo nuovo andazzo.
Io però son rimasto ben servito,
Ma lei, mi chiedo, che ci ha guadagnato?
(trad. Fiornando Gabbrielli)
http://libgen.info/view.php?id=623352 [David Daiches, A Critical History of English Literature: From the Beginnings to Milton v. 1]
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