giovedì 26 maggio 2011

'Quello che il manicomio era quando funzionava' [rispondendo a Giulio]




cfr. http://gconse.blogspot.com/2011/05/linferno-dentro-da-shoot4change-16-5.html, COMMENTO del 26-5-11:
"Sarei curioso di sapere che emozioni suscitano i reportage sui manicomi abbandonati negli over sixty che nei manicomi hanno lavorato. Mi chiedo se la gente non abbia un filtro hollywoodiano su questi posti, le foto assomigliano sempre alle scenografie di film come shutter island. C'è una corrispondenza anche fisica o solo metaforica nel degrado che emerge dalla classica rete del letto, di traverso nel corridoio, del manicomio abbandonato, e quello che il manicomio era quando funzionava?"

In queste foto di kipple (il termine di Dick per indicare l'entropico, inarrestabile degradarsi dei manufatti e degli esseri) mancano sicuramente le voci, gli odori, i colori dei vestiti, l'espressione dei volti e il fitto e non sempre caotico agitarsi delle figure. Mancano i flussi in entrata e uscita (cibo, vestiario, ricoverati, operatori, TV e giornali e radio, parenti, ideologie scientifiche e politiche etc etc etc) così come le strutture di potere, le strutture organizzative, le strutture di contropotere. Mancano i conflitti, la dinamica della evoluzione, le storie di vita; e si trovano soltanto delle tracce quasi orrorifiche della produzione desiderante (e artistica in senso stretto) che pure a Volterra ha lasciato una storia monumentale e documentaria fondamentale. -Per capire qualcosa di cosa succedeva, credo, bisogna leggere negli spazi vuoti delle foto e dei discorsi; o leggere p.e. Asylums di Goffman, i primi libri di Basaglia e c., i testi di Nannetti o, magari, di Artaud- tanto per fare due nomi; il numero speciale di 'Aut Aut' su Basaglia a Colorno; l'Anti-Edipo e Mille Piani; o le raccolte di storie di vita, o libri di foto come 'Morire di classe' che ritraggono scene di un manicomio pre-mutamento, o vedere 'Matti da slegare' (il film) (la lista può continuare).
Oltre il kipple (come oltre le rovine di Detroit o del Bronx) ci sono nuove strutture, nuovi dispositivi, vecchie/ nuove persone. Già nel 1982 Castel, con altri due, pubblicò 'La società psichiatrica avanzata', che cercava di indagare tutto questo partendo dagli USA. 'E un libro estremamente interessante, anche se altamente criticabile (ci si trovano un po' troppe tracce del "Piano del Capitale"). Forse va da sè, forse no che il titolo di questo blog si rifà a quel tentativo di una analisi complessiva di un sistema psichiatrico post-manicomiale, e che quanto io cerco qui è di intravedere un altro orizzonte- oltre l'universo del DSM, oltre.
Giacomo Conserva


P.S. Molto giuste trovo le osservazioni di Gianni Pellicanò, in una delle Responses a 'L'inferno dentro', là ove cerca di reintrodurre la storia e la dialettica contro le immote rappresentazioni di squallore (la Kristeva ha scritto un libro fondamentale su 'i poteri dell'orrore- saggio sulla abiezione', un libro che sarebbe utile avere in mente).


[su manicomi, antipsichiatria etc, cfr. 'Sartre, la psicanalisi esistenziale e l'antipsichiatria', http://gconse.blogspot.com/2011/03/giacomo-conserva-sartre-la-psicanalisi.html;
sul kipple, cfr.http://gconse.blogspot.com/2011/05/kipple-re-quello-che-il-manicomio-era_8271.html]








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