sabato 4 maggio 2013

LINK: "Introiti macabri: un'epidemia senza virus", Pietro Barbetta [DOPPIOZERO, 2 maggio 2013]





In questi giorni un uomo disoccupato è stato scoperto prendere una pensione di circa millequattrocento euro al mese senza averne diritto. Così enunciata la cosa non fa più notizia. Ciò che la stampa rende noto è la modalità dell’imbroglio: una mancata denuncia della morte del padre. Dopo la morte il padre viene avvolto in un sacco di plastica e mummificato, richiuso in un cunicolo e murato. Per anni l'uomo va a riscuotere la pensione, fino al momento della scoperta.

Viene in mente Arsenico e vecchi merletti, del 1944, diretto da Frank Capra. Un gruppo di anziane zie pone termine alla vita degli inquilini somministrando loro veleni e facendoli seppellire dal nipote Teddy, che soffre di un delirio di onnipotenza, crede di essere Theodor Roosevelt. I morti vengono seppelliti nel canale di una cantina, chiamato Panama. Il canale aperto da Roosevelt appena prima della Grande Guerra. Chissà perché Teddy Roosevelt! Il più spregiudicato, il più diretto, il più invadente tra i Presidenti.

Capra crea un legame immaginario tra politica e follia. Quando Mortimer, il fratello sano, cerca di portare al manicomio Teddy il direttore gli dice che no, non è possibile, ci sono già troppi Theodor Roosevelt ricoverati. Probabilmente dentro il vero canale di Panama, e dentro la Grande Guerra, ci sono finite molte più persone che dentro la cantina delle zie, ma è questione politica. Tutt'altra faccenda.

Sta di fatto che questi, al di là del doveroso intervento della Giustizia, sono casi disperati. E, se la politica non fa qualcosa, sono destinati a proliferare indefinitamente: suicidi, omicidi, perversioni e violenze sociali. Attenzione: sociali, non collettive. Il che è assai peggio. Che differenza fa? Il fenomeno collettivo è organizzato, agisce secondo una finalità cosciente. Per questo è destinato allo scacco. Quando invece si tratta dell'impressionante aumento di analoghi fenomeni individuali, si parla di epidemie. Epidemie senza virus.

Dagli anni Settanta, abbiamo osservato alcune epidemie senza virus, una delle più impressionanti è stata l'anoressia. Giovani donne, spesso adolescenti, muoiono di fame nei letti d'ospedale in una società opulenta. I media hanno scelto la via più facile: colpa delle fotomodelle. Tuttavia il fenomeno è ben più complesso e non ha attinenza né con le modelle, né con le Sante digiunatrici, né con le rivendicazioni legate agli scioperi della fame. Non trova spiegazione nei paradigmi classici della sociologia.

Un movimento collettivo richiede un'organizzazione, un'avanguardia, dei leader che lo governino e lo dirigano, insomma un Nicola Lenin dietro le quinte. Né si trova spiegazione nei paradigmi medici, un'epidemia richiede un virus identificabile, in linea di principio, da un microscopio. Ci vogliono figure culturali strane, estranee a un orizzonte disciplinare definito per cercare di comprendere quel che accade: un Georg Simmel (1858-1918), un Walter Benjamin (1882-1940), un David Riesman (1909-2002), ma, come vediamo dalle date, ne nasce uno ogni venticinque anni.

Un po' come i Nistarim trentasei per generazione. In questo caso però uno solo, che muore quando l'altro può riprendere il suo cammino. Chi si ricorda più della Folla solitaria che descrive Riesman? O dell'atteggiamento blasé delineato da Simmel a proposito delle reazioni individuali nella metropoli? Oggi questi fenomeni si svolgono dentro le mura domestiche, senza più neppure passeggiare per la città.

Si tratta di epifenomeni, epifanie. Qualcosa che accade in un mondo placebo, che prima di indicare un effetto farmacologico, designa i Vespri per i morti: Placebo Domini in regione vivorum. Una connessione tra la terra dei viventi che prega per i morti e gl'inferi. In questa notizia però il morto viene fatto permanere sulla terra dei viventi per quattro anni. Neanche un fantasma? Un rimorso? Avrà fatto, quest'uomo, un rituale privato? Avrà pregato qualche suo personal Jesus?

Oppure per quest'uomo la mummificazione del padre e la sua muratura in uno sgabuzzino, sono stati anzitutto problemi tecnici? In questo caso non avrebbe avuto neppure il bisogno di sviluppare il ragionamento paranoico di Teddy, è più come far su un muretto nel giardino per riparare l'orto, un procedimento ortopedico: come correggere in modo meccanico i vizi della legalità. Ma il problema forse sta proprio qui, quando la legalità diventa un vizio. Quando la Legge è oscena permette solo certi introiti macabri e qualcuno si dà il permesso di imitare. L'epidemia è in corso.







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