venerdì 21 giugno 2013
Michael Curtiz [GC, 1998, "SCHNABEL"]
Non potendo più esplorare era arrivato alla conclusione che non si poteva più esplorare.- Questa condizione, naturalmente, permetteva ricche compensazioni: si poteva soppesare, analizzare, il niente; profondi discorsi si potevano portare avanti, amicizie intrecciare, odi comporre sul niente (in nome del niente). Be’, a volte si sentiva un po’ vuoto. Piangendo si diceva: in questo sentimento (di spossessamento) è il fondo dell’essere che si rivela; è il senso del suo svanire. “Quando le parole cominciano ad aggrovigliarsi è il segno che qualcosa non funziona: Mallarmè uscito per strada, Finnegan’s wake nella vita di tutti i giorni”. Allegorie della lettura. Allegorie della scrittura. Sempre aspettando un White Christmas che si allontanava, era incapace di cogliere lo splendore di Hollywood e Bing Crosby che emergeva contemporaneamente da un milione di schermi bianchi, le note che riempivano l’aria in una notte di dicembre. Era del tutto cieco davanti alla bellezza (davvero).- Di qui il suo fallimento.
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