lunedì 18 febbraio 2013

Un invito ufficiale dalla forma (e contenuto?) inaspettati [presentazione il 28-2 di 'TSO. un'esperienza in reparto psichiatria' a Parma]

Ass.Marino Savini

Invito TSO: Una esperienza psichiatrica

Magda Guia Cervesato presenta il suo libro
“TSO” (edizioni Sensibili alle foglie)
Giovedì 28 Febbraio 2013 ore 16:00
Circolo Arci A. Zerbini
Borgo Santa Caterina, 1 - Parma

L’Associazione Marino Savini intende con questo incontro approfondire una condizione nella quale può incorrere chiunque.
La condizione è rappresentata dal trattamento sanitario obbligatorio,
l’atto con il quale la comunità pone un suo componente in regime di obbligo di cure. È quindi un provvedimento legislativo voluto per tutelare la persona che rifiuta le cure delle quali avrebbe bisogno. A questo buon proposito sociale corrisponde, a volte, nella pratica, un evento che mette la persona trattata in uno stato di privazione di autonomia, anche quando superata una crisi vuole recuperare il suo diritto alla cittadinanza, per carenza di tutela nel territorio e persistenza di una ridotta capacità di scelta.
Sono chiamati a partecipare professionisti con particolare esperienza medico-assistenziale nel Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC).

Presenta: Rocco Caccavari
(Presidente Associazione Marino Savini)

Introduce: Giacomo Conserva
(Psichiatra e psicoterapeuta)

Intervengono:
Roberto Fanzini
Bruno Fontanesi
Marie Teresa Gaggiotti
Franco Marzullo
Pietro Pellegrini
Vincenzo Scalfari

È invitato il Presidente
del Comitato Utenti e Famigliari (CUF)
Franco Buratti 



N.B. il disegno di un'ambulanza  con infermieri (che non sono riuscito a riprodurre) compare sull'invito originale.



UN COMMENTO: GIACOMO CONSERVA

la mia perplessità è estrema davanti a questo taglio organizzativo. Pare che la preminenza estrema sia data ai 'professionisti con particolare esperienza'- e in effetti buona parte delle persone nominate sono o sono state Direttori ovvero infermieri dell'SPDC di Parma. Quello che mi colpisce è che, davanti a un libro che pone al centro più che la denuncia la TESTIMONIANZA IN PRIMA PERSONA, e il correlato difficile sforzo di elaborazione di una esperienza in parecchi sensi al limite, si scelga la strada di far parlare e dialogare fra loro (o al volgo) i tecnocrati della gestione di un reparto psichiatrico- una volta di più come depositari di un sapere (e saper/fare) incontestato. Io credo che questo sapere sia per molti aspetti dubbio, e che togliere de facto dal dibattito gli aspetti esperienziali, psicologici, filosofici pure del malessere mentale o spirituale sia una operazione molto pesante. Come è pesante non prevedere -soprattutto nella discussione a partire da un libro come quello di Magda- una presenza, un ruolo, una possibilità di discorrere di chi ha affrontato esperienze simili- una volta di più oggettificati e ridotti de facto al silenzio.



3 commenti:

  1. Nuoce molto al significato che l'Associazione Marino Savini ha voluto dare al libro della Cervesato questo commento del dottor Conserva, per la semplice ragione che tutto l'evento, passo per passo è stato con lui concordato, per garantire la sensibilità e il valore della testimonianza che potesse essere emblematica del disagio e del malessere pscichico.
    L'Associazione rivendica l'orgoglio di aver programmato questa iniziativa per divulgare il contenuto d'un libro e soprattutto dell'esperienza umana medica e sociale che l'autrice denuncia. Non è facile discutere, di questi tempi argomenti così delicati, in quanto si tende a sottacere il disagio cronico che la struttura dell'SPDC incute nelle persone ricoverate ed aver scelto di organizzare un dibattito pubblico sul TSO è una dimostrazione della costante opposizione che l'Associazione ha posto in tutti gli anni della sua attività, al sistema sanitario-giuridico che reprime l'evoluzione del pensiero psichiatrico verso soluzione più congrue e meno contenitive, per i cittadini bisognosi di assistenza. Personalmente ho combattuto e combatto, come il dottor Conserva ben sa, per dar voce ai silenziati dall'ipocrisia sociale e politica del paese.
    Comunque A TUTTI l'invito di partecipare il 28 per un confronto di verità.
    Rocco Caccavari
    Presidente Associazione Marino Savini

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  2. (da fb, stamattina)
    "come ho detto ieri per telefono, vi è stato evidentemente, nel nostro breve incontro per concordare la presentazione e dibattito, un malinteso; per me era qualificante un richiamo esplicito a 'pazienti' e associazioni di pazienti e familiari. Non ci siamo capiti, direi; e basta confrontare il contenuto della pagina fb che ho dedicato all'evento [https://www.facebook.com/events/608052979220538/ ] per vedere la diversità di toni rispetto al successivo invito dell'Associazione (che rispetto da sempre per il suo lavoro, e cui sono grato per l'idea di organizzare questo incontro). Ora: diversità non significa necessariamente contrapposizione; però una diversità c'è. Per me, come ho già scritto, non si tratta solo di fare i conti con una denuncia, ma con una TESTIMONIANZA e una RIFLESSIONE; cose che fra chi ha avuto ricoveri psichiatrici etc notoriamente non abbondano, anche per via del persistente stigma che un ricovero psichiatrico (obbligatorio, poi) porta con sé. Questa assenza di voce attiva e, correlatamente, di presenza attiva mi pare uno degli aspetti più gravi della situazione, e non può essere affrontata con un taglio come quello dell'invito ufficiale che pare centrato sostanzialmente sugli operatori/ dirigenti/ amministratori. Sono ben consapevole che vi sono altri problemi in campo, come l'uso indebito della psichiatria per problemi sociali, la drammatica riduzione dei fondi per gli interventi sanitari diretti, quelli successivi al ricovero, quelli preventivi. Non di meno la trasformazione dei 'pazienti' in 'utenti' è uno dei vizi di fondo della riforma sanitaria, già più volte denunciata (rileggevo ieri un pezzo del comune amico Vincenzo Tradardi sull'argomento); così come è dubbia la stessa MEDICALIZZAZIONE della psichiatria (v. p.e. l'ultimo capitolo di ASYLUMS di Goffman).- Con tutto questo, rinnovo il mio ringraziamento per il lavoro dell'Associazione, e il mio impegno a discutere in serenità su tutto questo nesso di problemi (dove, ovviamente, non tutti la pensano nello stesso modo); l'importante è aprire canali di discorso."

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  3. aggiungo che i malintesi e gli inceppamenti fanno parte dell'agire. possono essere uno stimolo per il confronto, non "un grave danno".

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