venerdì 18 gennaio 2013

Parma, 24 marzo 1950 [Issac Asimov: 'The dead past]'




Parma, 24 marzo 1950

"Venerdì 24 marzo, per la prima volta è un argomento parmigiano ad aprire la prima pagina: ed è un argomento tragico. “Una dolorosa fatalità – è la frase che apre l'editoriale intitolato 'Meditazione' – ha voluto che anche la nostra cara Parma fosse funestata da un triste episodio di sangue”. Il riferimento è ai violenti incidenti, la cui cronaca è nella seconda pagina del giornale, che hanno funestato lo sciopero generale proclamato dalla Cgil: una protesta nata in un clima di tensione preannunciato, in mattinata, da una sassaiola in via Mazzini e da un tafferuglio davanti al caffè Bizzi, punto di incontro cittadino fra via Cavour e la Piazza.

Ma è nel pomeriggio che la situazione precipita e si fa tragica. Il corteo (si parla di 30mila dimostranti, la questura di 7mila: anche allora il conteggio avveniva con sistemi diversi...) viene fermato in Piazza dai funzionari di polizia e della Celere. Nasce una discussione sulla mancanza di autorizzazione, e ben presto dalle parole si passa a un vero e proprio scontro fra una parte dei dimostranti e la polizia. “Da questo momento – spiega il cronista – le versioni della Questura e della Camera del Lavoro si differenziano nettamente”. Al culmine dello scontro, “un uomo, Attila Alberti, di anni 32, abitante in via Corso Corsi, si abbatte al suolo all'angolo di borgo Sant'Ambrogio e poco dopo decede; altri tre cadono feriti. Tre feriti anche da parte della Polizia”.

La tensione in città è alle stelle (nello stesso pomeriggio ci sarà una aggressione al presidente dell'Unione industriali Alberto Zanlari ), e solo a fatica l'intervento del prefetto e quello dal balcone della Camera del lavoro di alcuni delegati sindacali riescono a riportare la calma. I funerali di Attila Alberti si svolgono il giorno dopo senza incidenti, mentre la tragedia di Parma viene portata alla Camera, e al ministro Scelba si chiede di chiarire chi ha esploso i colpi mortali.

La Gazzetta, nel già citato editoriale, chiede a tutti “una salutare purificazione spirituale” e una nuova collaborazione reciproca: “i datori di lavoro vadano incontro fin dove è possibile ai lavoratori, ed i lavoratori riconoscano la necessità di salvare la produzione e la loro stessa economia familiare”. E il giorno dopo le dichiarazioni registrate dal quotidiano testimoniano un “unanime desiderio di pacificazione”, così come la giunta comunale si dichiarerà “ammirata dal contegno tenuto dalla popolazione”. In effetti Parma, di fronte alla tragedia, sembra riuscire subito a far nuovamente prevalere il senso della comunità e della convivenza civile. Ma quella vicenda produrrà anche un'altra vittima: Luciano Filippelli, condotto in carcere e qui morto a causa di un diabete che non gli fu permesso di curare."

http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/1/50752/Parma_1950-2000_-_Un_viaggio_di_mezzo_secolo_nelle_cronache_della_Gazzetta.html



Isaac Asimov, "The dead past", 1956 (in 'Earth is room enough', 1957,
http://libgen.info/view.php?id=693150 )







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