venerdì 14 settembre 2012

Attilio Mangano: CORNELIUS CASTORIADIS E L'IMMAGINARIO SOCIALE [da A.M., 'Maestri e compagni', 23]







Il nome di CORNELIUS CASTORIADIS è stato legato a lungo, nella storia della sinistra francese, a un’esperienza famosa, cioè alla rivista SOCIALISME OU BARBARIE, che inaugurò le linee di ricerca di un nuovo marxismo introducendo il tema centrale della teoria autogestionaria. Castoriadis che era un trotzkista greco riparato in Francia per sfuggire ai nazifascisti, aveva vissuto la stagione  che precede il 68 con un ruolo chiave di teorico di una possibile nuova sinistra. Ma la sua fama riguardava appunto le storie delle minoranze del comunismo rivoluzionario del 900, le vicende del trotzkismo e delle sue stesse scissioni, la questione classica del rapporto Lenin-Trotzky. Il cambiamento decisivo ebbe inizio appunto negli anni di Socialismo ou Barbarie , quando cominciò a occuparsi con passione e rigore di psicanalisi e marxismo, tema in fondo abbastanza di moda negli anni sessanta in certi ambienti ed entrò in contatto con Jacques LACAN partecipando di persona ai suoi seminari. Ne derivò una svolta che comportava una particolare critica di rottura nei confronti del marxismo, cui venne rimproverando acutamente una sottovalutazione al limite dell’imcomprensione della questione cosiddetta dell’ IMMAGINARIO, un termine solitamente poco usato da Marx e marxisti: in qualche modo l’immaginario era si presente ma sempre come  la sovrastruttura, per usare il linguaggio classico, rispetto alla struttura ( o rapporti sociali di produzione),un altro modo per definire l’IDEOLOGIA. Ma se  si poteva accettare l’aspetto derivato dell’ideologia, il suo essere in qualche modo il riflesso di un processo materiale e sociale,tutto diventava più complicato se ci si poneva il problema della permanenza di determinate immagini come memoria, ricordo, sintesi, non il fatto di essere residuali ma il fatto di svolgere un ruolo ATTIVO, costituente, di formazione della mentalità e della coscienza. Come e perché  rimane ad esempio valido il richiamo del miracolo greco nella cultura moderna? Che significato assume la permanenza di questa immagine nella storia come cultura collettiva?
Da qui la scoperta dell’autonomia dell’IMMAGINARIO SOCIALE, del suo permanere, ma anche del suo nascere improvviso nella nuova fase storica e sociale come domanda e sogno di cambiamento.  Occorrerà insomma distinguere due aspetti e momenti, la fase costituente e la fase costitutiva in cui  una idea si consolida e diviene istituita. Si potrebbe ricordare a questo proposito una analoga proposta che  troviamo in FRANCESCO ALBERONI quando comincia a occuparsi della dialettica di movimento e istituzione, il movimento è la fase nascente, creativa, improvvisa, spontanea ma esso tende a cristaliizzarsi, a divenire istituzione. La dialettica dell’istituente e dell’istituito aiuta insomma a comprendere e a riconoscere la questione dell’immaginario sociale come centrale, esso nasce  imprrovisamente come fase nuova del movimento sociale  e diviene comunque a un certo punto  istituzione consolidata che viene riconosciuta come tale.
Anche Castoriadis è stato dunque un MAESTRO, insegnando non certo e non solo a me  come il termine stesso IMMAGINARIO venga  rivelando una tale catena di problemi metodologici di filosofia della conoscenza e di teoria sociologica  che mettono all’ordine del giorno addirittura la ricerca di nuovi modelli e di nuove chiavi di lettura.  La lettura e la scoperta dell’opera di CASTORIAS  ha costituto per me un fattore di straordinaria importanza : ero partito come linea di ricerca da studi sulla questione del tempo, dalla distinzione classica fra “ tempo della chiesa” e “ tempo del mercante” per capire la coesistenza e il conflitto di due CULTURE DEL TEMPO, quella del tempo ciclico e quella del tempo “ lineare”  nel passaggio alla modernità,  adesso comprendevo che occorreva leggere il tutto come permanenza e crisi –trasformazione degli immaginari sociali.





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