'Ascoltare voci' [da Mario Galzigna: 'Un Gruppo di Auto Mutuo Aiuto tra Uditori di Voci']
La voce dei protagonisti in un incontro di Auto Mutuo Aiuto. Facilitatore : Cristina Contini. Conferenza : " DALLA A ALLA V DI VOCI "
Settimana della Salute Mentale Modena 2011
http://www.youtube.com/watch?v=vYsYQdMkT9Q&feature=share
Giacomo Conserva: a parma è venuto una o due volte ron coleman, e c'è da alcuni anni un gruppo di 'uditori di voci', semicollegato al servizio pubblico- e sono convinto anch'io che sia qualcosa di estremamente significativo e importante
RispondiEliminaIeri alle ore 14.24
Mario Galzigna: Credo che, fuori da ogni presunzione normativa, sia necessario, per accedere ai mondi abitati da "voci", cominciare a riconoscere le voci che ci abitano, che accompagnano la nostra esistenza: un gesto che trasforma la nostra coscienza - e il nostro inconscio - in un grande teatro, popolato da moltitudini. Tutto il mondo é teatro, aveva scritto Qualcuno, ed il nostro IO - questo "idolo tarmato", questo "bambolotto della credulitá tolemaica" (sto saccheggiando Gadda) - é a sua volta teatro del mondo.
19 ore fa
Giacomo Conserva: mi convinco sempre di più (sarà una banalità, ma ci arrivo adesso in questi termini) che il problema di fondo è davvero superare l'ipostatizzazione/venerazione del'IO della ratio del potere- l'IO che si appropria dispone classifica sottomette distrugge- e che comporta quindi necessariamente anche una partizione ontologica fra efficiente e non efficiente, reale e non reale, sano e malato e così via (maschile e femminile; cosciente e inconscio; uno e molteplice). Se non si supera questo, p.e. le 'relazioni di aiuto' o 'di cura' rischiano di essere oggettivamente invasive e/o ipocrite, e comunque con dentro un insuperabile gradiente di potere. Il tuo messaggio mi ha fatto istantaneamente venire in mente je est un autre di Rimbaud, con il correlato (sono andato a rileggermi la lettera) 'bisogna rendere la propria anima mostruosa'. Ora il punto è che l'anima è COMUNQUE mostruosa (anche nel senso di prodigiosa) che lo ammettiamo o no, che ce ne rendiamo conto o no. (Quando si parla di comunicazione da inconscio a inconscio...)