domenica 15 gennaio 2012

"TSO", di Magda Cervesato [in stampa presso ed. 'Sensibili alle foglie']




“The horror! the horror!” – mi sono venute in mente le ultime parole di Kurtz in ‘Cuore di tenebra’ , scorrendo lo scritto. Che ricorda la letteratura su gulag e lager del mondo. Sono proprio andate così le cose (in altri, molti, casi è storicamente accertato che sì sì sì)? Che la psichiatria e i reparti psichiatrici possano essere altamente disumani si sa da tempo: già alla fine degli anni ’20 Breton scrisse un meraviglioso e terribile brano sull’argomento, senza poi dover nominare tutti gli altri venuti dopo.

Davanti a una simile serie di eventi l’unica reazione adeguata mi pare la vergogna, prima ancora dell’indignazione: che sia possibile che esseri umani trattino così altri esseri umani.
E poi, un secondo punto: l’accettazione o meno degli stati di coscienza/stati di affettività non-standard- e questo a livello macrosociale e  di piccoli gruppi; e anche individuale: la capacità di ricordare esattamente cosa si è visto o vissuto in un sogno, un viaggio con l’LSD, una estasi mistica, un delirio, una folle storia d’amore. It ain’t easy, come cantava David Bowie: non è facile. Ma è certo importante sia dal punto di vista della produzione di una identità non coartata che da quello dello sviluppo di un mondo dove creare il proprio futuro non sia uno slogan vuoto.

NOTA: It ain’t easy’, D.B.

When you climb to the top of the mountain
Look out over the sea
Think about the places perhaps, where a young man could be
Then you jump back down to the rooftops
Look out over the town
Think about all of the strange things circulating round

[CHORUS]

It ain't easy, it ain't easy
It ain't easy to get to heaven when you're going down

Well all the people have got their problems
That ain't nothing new
With the help of the good Lord
We can all pull on through
We can all pull on through
Get there in the end
Sometimes it'll take you right up and sometimes down again

[CHORUS]

It ain't easy, it ain't easy
It ain't easy to get to heaven when you're going down

2 commenti:

  1. ‘La comunicazione distrugge il concetto di pazzia’, diceva Basaglia. Certo la realtà è più complicata di così: le persone a volte sono pronte a captarne i benefici, altre no. E probabilmente ci sono casi in cui un uso sapiente di psicofarmaci è utile e necessario, se circoscritto a fasi acute di disagio. Non sono medico, e non ho altra sapienza che quella iscritta nel corpo e fissata negli occhi. Nessuna autorevolezza se non quella della testimonianza. Ma una cosa la so: ciò che è accade ed è accaduto è intollerabile, indegno. Vergogna e orrore, appunto. L’uso cronico, burocratico, acritico e ripetuto di TSO e ‘stabilizzatori dell’umore’ ha il concreto potenziale e, purtroppo, esito reale di trasformarsi in un abuso nocivo e crudele contro l’essere umano. Per qualsiasi altro tipo di paziente la cura è una scelta, per quello ‘psichiatrico’ un’imposizione. Spesso, a vita. Funzionale a una società in cui si ha troppo spesso l’impressione che’ l’ unica libertà è fingere di averla’(cit.), spersonalizzante e lesiva di dignità, salute, rispetto e bellezza di chi, come tutti, attraversa i diversi inferni della vita senza la sorte di incappare mai in un sorriso capace di sollevarlo in qualche cielo.
    Magda Cervesato

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  2. COMMENTI SEMI-RUBATI

    Magda Guia Cervesato e questa sarà la prima della mia colonna sonora. grazie Giacomo Conserva. http://www.youtube.com/watch?v=c-mQJqc_3yA

    It Ain't Easy by David Bowie
    www.youtube.com
    Dedicated to The Big Easy with much love.
    15 gennaio alle ore 11.59 ·

    Magda Guia Cervesato ‎Fernando Coratelli si accettano proposte per le altre :-)
    15 gennaio alle ore 11.59 · Mi piace

    Fernando Coratelli ma la musicista sei tu. ;)
    15 gennaio alle ore 12.00 · Mi piace

    Magda Guia Cervesato ah giusto, quando finisco con le bozze me ne dovrò ricordare ;)
    15 gennaio alle ore 12.02 · Mi piace

    Fernando Coratelli ‎;)
    15 gennaio alle ore 12.03 ·

    Orazio Henrythehorsedancesthewaltz Sorgonà qualche giorno fa ho messo in bacheca "all the madmen"; tra l'altro 'magicamente' legato a mia esperienza personale (che allora, ho colto l'occasione, per non prendere in modo "Personalistico").
    16 gennaio alle ore 9.17 · Mi piace · 1

    Orazio Henrythehorsedancesthewaltz Sorgonà L'annos corso, di questi tempi, vidi "la Pecora Nera" a Frascati, e dopo
    c'era l'incontro con Ascanio Celestini.
    volevo, in quell'occasione, dire due cose_ però me le dimenticai nel corso (hah-hah!).
    Una era rimarcare quello che lui aveva detto: che i "manicomi" appaiono nel Rinascimento e nella città-borghese. SONO, direi io,
    espressione esatta della "borghesia" in senso brutto: di gretti arricchiti che, per fare gli raffinati, non altro pensano di fare che 'togliere di mezzo' quello che per loro è "out". E con grosso sospetto 8"ti teniamo d'occhio, eh!" verso tutto
    ciò che si ritiene non dia immediato + di bilancio: poeti, gente che passeggia... amanti...).

    L'altra ... semmai ne scrivo dopo, quando ho più tempo (semmai, nemmai vorrei occupar bacheca altrui).
    16 gennaio alle ore 9.22 ·

    Magda Guia Cervesato ciao Orazio Henrythehorsedancesthewaltz Sorgonà, "all the madmen" mi ricorda le passeggiate nel parco di un grosso manicomio americano in cui lavorai volontaria 15 anni fa e chiamato, senza troppo filosofeggiare, State Lunatic Hospital, canticchiando sotto gli aceri 'the lunatic is on the park...'(ne accenno nel libro) [pensa che proprio lì vicino ci girarono le scene di flashback dei lager nel film 'Shutter Island', degno erede del classico film di Forman]
    16 gennaio alle ore 10.08 ·

    Magda Guia Cervesato Il punto è proprio questo, che spero emergerà dal libro: nonostante la vasta e preziosa letteratura, arte, storia, ricerca etc. sull'argomento, certa teoria e prassi psichiatrica è ancora da 'the horror!the horror!' come scrive Giacomo Conserva: è cambiata un pò la forma, più adatta a questi raffinati tempi moderni. La sostanza resta invariata:"Prima il 'matto' era rinchiuso in manicomio, ora il manicomio è rinchiuso dentro il 'matto'" (cit.)
    16 gennaio alle ore 10.20 · Mi piace · 1

    Magda Guia Cervesato Tengo subito a chiarire che non è certo tutto malvagio al riguardo. ho conosciuto e lavorato con professionisti straordinari, che con coscienza, intuito, sensibilità e competenza riaccendono ogni giorno occhi sofferenti con la luce delle loro celesti Lanterne.
    16 gennaio alle ore 10.27 ·

    Giacomo Conserva di all the madmen ricordo fra l'altro il calco di Li Po (il grande poeta Tang): just my Librium and me/ and the ECT make three: il mio Librium ed io/ e con l'elettroshock siamo in tre (v. bevendo da solo in una notte di luna: 'io, il vino- con la luna siamo in tre')- e poi certo 'preferirei stare qui- con tutti i madmen...'
    giovedì alle 20.21 · Mi piace · 1

    Magda Guia Cervesato ‎"Ho! We're a party of three, I say,—" ( ehy! qui siamo più di tre)
    giovedì alle 23.12 ·

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