lunedì 8 agosto 2011

"Che cos'è la 'società psichiatrica avanzata'?" (Risposta a una domanda di Nanette Miles)





La domanda è sensata; e mostra bene come le cose non siano in genere auto-evidenti.

Mettiamola così: costruiamo un modello della società- un modello che comprende svariati strati orizzontali separati; uno è p.e. lo strato della polizia/controllo del comportamento; comprende persone (poliziotti, giudici, legislatori e così via), istituzioni, regole, ideologie, edifici ecc.

Un altro strato: finanziario/economico: fabbriche, negozi e laboratori artigianali, agenzie di marketing, il settore logistico, pianificatori- e operai, impiegati, manager, banche ecc.
 
Un altro: il livello politico- con proiezioni all’interno (politica interna) e all’esterno (politica estera).

Un altro: il livello militare.

Un altro: scienza e sviluppo.

Un altro: il sistema sanitario.
……


Tutti questi strati sono distinti, e hanno peculiarità che possono esssere analizzate  sia sincronicamente (lo stato presente)  che diacronicamente (mentre cambiano nel tempo); sono distinti, ma embricati, con multiple interazioni e multipli anelli di feedback; insieme essi costituiscono il nostro ambiente vitale, ed il nostro sistema sociale.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale molti studiosi hanno descritto l’emergere di significative trasformazioni rispetto al sistema capitalistico classico (o economia di mercato); un maggior intervento statale, più estesa sicurezza sociale, un insieme diversificato di nuovi oggetti di consumo (dalle automobili ai frigoriferi agli apparecchi TV…) che hanno grandemente mutato lo stile di vita di base; inoltre, vi è stato un processo di concentrazione economica- multinazionali, catene di grandi magazzini, estensione degli apparati di governo; tutto questo ha ricevuto diverse denominazioni: società opulenta, società dei consumi, tardo-capitalismo, società industriale avanzata
Bene, a quest’ultima espressione corrisponde ‘società psichiatrica avanzata’- che è in effetti un altro degli strati sopra menzionati; non semplicemente manicomi per i folli, come un tempo, ma una varietà diffusa in tutto il territorio di istituzioni private e pubbliche, che offrono una estesa gamma di servizi: dalla psicoterapia classica agli psicofarmaci, dagli ambulatori ai gruppi di autocoscienza a terapie esoteriche di svariati tipi (andando da totale mistificazione a serietà e impatto estremi). Un aspetto rilevante è che in molti di questi sottosettori vi sono fortissimi gradienti di potere (fra chi cura e chi è curato, fra chi insegna e chi apprende ecc.); inoltre, molto spesso il risultato (se non l’obiettivo) è la riduzione del pensiero e del comportamento indipendente, e della creatività. Tutto il sistema in effetti per certi aspetti si sovrappone al sistema di polizia, per esempio,  nella misura in cui contribuisce a che le cose vadano nel modo abituale, senza troppo caos o problemi- la qual cosa è stata chiamata una funzione di controllo sociale, o normalizzazione.
Questo sistema psichiatrico è certamente non totalizzante, e non controlla tutto; non di meno i suoi costituenti fondamentali (la psicologia dell’io, le industrie farmaceutiche, la Associazione Psichiatrica Americana con la sua Bibbia diffusa in tutto il mondo- il DSM ,”Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”)  condizionano in modo sostanziale tutto il campo di possibilità, elaborazioni, mutamenti.

Una descrizione notevolmente rozza di questo sistema si può trovare in un saggio di John Zerzan che ho pubblicato sul blog un po’ di tempo fa.  Un’analisi molto più raffinata è contenuta in un'opera di Roland Castel e altri intitolata nell’originale appunto ‘La societè psychiatrique avancè’, e in inglese ‘La società psichiatrica’; è un libro che ha 30 anni- cosicchè molte cose  non vi compaiono, ed è pure un po’ troppo sociologistico e deterministico (il ‘piano del capitale’ tende a dominare e sussumere tutto); ad ogni modo è notevolmente completo e dettagliato.

Be’, qui finisce la parte uno della mia risposta; la parte due- quando io o qualcun altro sarà capace di scriverla- dovrebbe trattare di cosa si trova oltre la società psichiatrica avanzata. Il che è quello di cui mi sto occupando in questo blog e nella mia azione.
GC, agosto 2011



[A posteriori, penso vi siano alcuni testi che, almeno per me oggi, illuminano o allargano il discorso- e il problema: che non è solo descrivere e/o criticare, ma uscire dalla paralisi della capacità progettuale, scoprire delle alternative:
-Castel, Castel& Lovell,  “The psychiatric society’, Columbia University Press 1982 (1979).
-Talcott Parsons, ‘Il sistema sociale’, Ed. di Comunità 1996 (1952).
-Louis Althusser, ‘Lenin and philosophy, and other essays’, Monthly Review Press 2001 (1970 ca.).
-Jurij Davydov, ‘Il lavoro e la libertà’, Einaudi 1966 (1962).
-G. Lucáks, ‘Goethe e il suo tempo’, Einaudi 1983 (1949).
-Agnes Heller, ‘Sociologia della vita quotidiana’, Editori Riuniti 1975 (1970).

Il discorso diventa evidentemente politico e pratico, e questo tanto più se si deve fare i conti non con un sistema statico o immutabilmente solido, ma con crisi su crisi, disuguaglianze di sviluppo e di potere, superstati in rotta di collisione, e così via. E mi pare che la vecchia contrapposizione: socialismo o barbarie torni ad avere una sua cogenza. Ma questo è argomento ovviamente da dibattere, e il futuro resta da costruire, se ne saremo capaci. – GC, genn. 2012 ]
 

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