martedì 3 maggio 2011
Vittoria, Vittoria, Vittoria!/ Amava il Grande Fratello
http://www.bsicilia.it/il-grande-fratello-vi-guarda-terza-parte.html
Un acuto squillo di tromba echeggiò nell’aria. Era il bollettino. Vittoria! Quando lo squillo di tromba precedeva le notizie, era sempre un segno di vittoria. L’intero bar fu percorso da una specie di fremito elettrico. Perfino i camerieri erano trasaliti, e adesso rizzavano gli orecchi. Allo squillo di tromba era succeduto un fracasso assordante. Dal teleschermo si era già cominciata a udire una voce eccitatissima, che venne però quasi all’istante sovrastata da un gioioso tumulto proveniente dall’esterno. La notizia si era sparsa per le strade come per magia. Winston riuscì comunque a cogliere, di quello che veniva diffuso dal teleschermo, quanto bastava per capire che era accaduto proprio ciò che lui aveva previsto: un’armata immensa, messa insieme segretamente e trasportata via mare, un colpo improvviso sferrato alle spalle del nemico, la freccia bianca che squarciava la coda di quella nera. Frammenti di espressioni di trionfo si aprirono la strada nel generale frastuono: «Ampia manovra strategica… coordinamento perfetto… disfatta totale… mezzo milione di prigionieri… completa demoralizzazione… controllo dell’intera Africa… la guerra può ormai dirsi prossima alla fine… vittoria… la più grande vittoria nella storia dell’uomo… vittoria, vittoria, vittoria!».
Winston cominciò a muovere freneticamente i piedi sotto il tavolo. Non si era mosso dal suo posto, ma con il pensiero già correva, correva veloce con le folle là fuori in strada, gridando di gioia fino ad assordarsi. Alzò di nuovo gli occhi verso il Grande Fratello. Il colosso che stava ritto a gambe larghe sul mondo! La roccia contro cui le orde asiatiche si erano scagliate invano! Appena dieci minuti prima, sì, il suo cuore si era sbagliato, quando si era domandato se le notizie dal fronte avrebbero annunciato la vittoria o la sconfitta. Ah, non era perito solo un esercito eurasiatico! Molte cose erano cambiate da quel primo giorno trascorso al Ministero dell’Amore, ma il mutamento finale, indispensabile, salvifico, si era verificato solo in quel momento. La voce proveniente dal teleschermo ancora gorgogliava notizie di pri-gionieri, di saccheggi, di massacri, ma fuori le grida si erano attutite. I ca-merieri stavano ormai tornando al loro lavoro. Uno di essi si avvicinò con la bottiglia di gin in mano ma Winston, immerso in una visione beata, non gli prestò la benché minima attenzione quando gli riempì nuovamente il bicchiere. Non correva, non gridava più il suo entusiasmo. Ora era di nuovo al Ministero dell’Amore. Tutto gli era stata perdonato, e la sua anima aveva la purezza della neve. Si trovava al banco degli imputati, a confessare tutto, a coinvolgere tutti. Seguito da una guardia armata, camminava lungo il corridoio piastrellato di bianco, ma aveva l’impressione di camminare nella luce del giorno. Il proiettile tanto atteso gli si stava finalmente piantando nel cervello. Alzò lo sguardo verso quel volto enorme. Ci aveva messo quarant’anni per capire il sorriso che si celava dietro quei baffi neri. Che crudele, vana inettitudine! Quale volontario e ostinato esilio da quel petto amoroso! Due lacrime maleodoranti di gin gli sgocciolarono ai lati del naso. Ma tutto era a posto adesso, tutto era a posto, la lotta era finita. Era riuscito a trionfare su se stesso. Ora amava il Grande Fratello.
[scritto ieri, a caldo,nel giorno della morte di Bin Laden,annunciata in diretta televisiva da Barack Obama]
RispondiEliminaIl discorso del Presidente degli Stati Uniti in morte di Osama Bin Laden ha, mi sembra, strani ma inequivocabili echi del linguaggio totalitario- sia nei suoi prototipi fattuali che nelle analisi di Arendt, Lefort etc. 'E una cosa che mi dà molto da pensare, e che non era realmente del tutto prevedibile.
3 maggio, sera: Quando ho messo insieme questa nota, che tira in ballo 1984, Orwell, il Grande Fratello, non avevo ancora visto le immagini di Obama con gli altri che guarda dal vivo lo svolgersi dell'attacco- (da una videocamera posta sull'elmetto di un soldato, sembra). Will M. ha perfettamente ragione a dire che qui siamo oltre Orwell; in una realtà da incubo alla Cronenberg o Philip Dick, piuttosto, direi- con tutti i poteri della tecnologia e dell'astuzia usati per massimizzare l'impatto globale delle proprie imprese di guerra e pace (come Will M. giustamente nota: esattamente DOPO le nozze reali inglesi...)
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