venerdì 15 aprile 2011

C.C. Jung, dal Red Book: 'Der Rote', il Rosso (p.260)



2] Surely this red one was the devil, but my devil. That is, he was my joy, the joy of the serious person, who keeps watch alone on the high tower-his red-colored, red-scented, warm bright red joy.12 Not the secret joy in his thoughts and in his looking, but that strange joy of the world that comes unsuspected like a warm southerly wind with swelling fragrant blossoms and the ease of living. You know it from your poets, this seriousness, when they expectantly look toward what happens in the depths, sought out first of all by the devil because of their springlike joy.13 It picks up men like a wave and drives them forth. Whoever tastes this joy forgets himself 14 And there is nothing sweeter than forgetting oneself And not a few have forgotten what they are. But even more have taken root so firmly that not even the rosy wave is able to uproot them. They are petrified and too heavy, while the others are too light. -[p.260]





Sicuramente questo Rosso era il diavolo, ma il mio diavolo. Cioè, era la mia gioia, la gioia di una persona determinata, che fa la guardia da solo sulla torre alta- la sua gioia rossa, profumata di rosso, calda luminosa rossa gioia. Non la segreta gioia nei propri pensieri e nel proprio aspetto, ma quella strana gioia terrena che giunge inattesa come un tiepido vento del sud con nuovi fragranti germogli.
E l’agio della vita. La si conosce dai poeti, questa  determinazione, quando cercano con attesa quel che capita nelle profondità, ricercati prima di tutto dal diavolo per via della loro esultante (primaverile) gioia. Raccoglie gli uomini come un’onda e li porta con sé, in avanti. Chiunque assaggia questa gioia dimentica sé stesso. E non c’è nulla più dolce del dimenticare sé stessi. E non pochi hanno dimenticato cosa sono. Ma anche di più hanno messo radice con tanta forza che nemmeno l’onda rosa è capace di sradicarli. Sono diventati di pietra e troppo pesanti, mentre gli altri sono troppo leggeri.






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