mercoledì 30 gennaio 2013

Antonio Caronia's dead, dead, dead (no, dorme solo) RIP




un grandissimo libro, libero in rete. 
un cybermonumento all'intelligenza e alla generosità e alla speranza-
Antonio Caronia's dead, dead, dead (no, dorme solo)

Antonio Caronia e Domenico Gallo, Philip K. Dick. La macchina della paranoia. Enciclopedia dickiana, agenziax.it

http://www.agenziax.it/imgProdotti/4D.pdf


CREATIVE COMMONS
COMMONS DEED




RIP



martedì 29 gennaio 2013

Marguerite Pantaine Anzieu/ Jacques Lacan: MATERIALI






1. BDF 5.10 Giacomo Conserva, 'Marguerite Pantaine-Anzieu e Jacques Lacan, 1932: psicosi paranoica e personalità'http://bidieffe.net/?page_id=1004 (19-12-2012, Bergamo) video di due ore circa


2. “Il caso Aimée-Jacques Lacan”, Jaime Roig Gozalvez (trad. Giacomo Conserva)
Jorge Roig Gozálvez 'El caso Aimée de Jacques Lacan' Salud Mental , Apr 14, 2010. http://pacotraver.files.wordpress.com/2009/02/aimee.ppt

3. BIBLIOGRAFIA/ SITOGRAFIA

4. A PROPOSITO DELLA THÈSE DI LACAN:
10 WAYS OF SEEING/ 10 MODI DI VEDERE


5. Voy corriendo al Quai d'Orsay/ Je cours au quai d'Orsay








2. “Il caso Aimée-
Jacques Lacan”
Jaime Roig Gozalvez
(trad. Giacomo Conserva)

Jorge Roig Gozálvez 'El caso Aimée de Jacques Lacan' Salud Mental , Apr 14, 2010. http://pacotraver.files.wordpress.com/2009/02/aimee.ppt




L'analista

Jacques-Marie Émile Lacan (París, 13 aprile 1901 - 9 settembre 1981).
Iniziò lo studio della Medicina nel 1920, e si specializzò in psichiatria a partire dal 1926.
Nel 1932 [correzione mia] iniziò una analisi con Rudolph Loewenstein, durata fino al 1938.
Lacan era molto attivo nel mondo degli scrittori, artisti e intellettuali parigini dell'epoca: fu amico di André Breton, Luis Buñuel, Salvador Dalí e Picasso (di cui fu medico); partecipò pure al movimento Psyché fondato da Maryse Choisy. Contribuì a numerose pubblicazioni surrealiste, e fu presente alla prima lettura pubblica dell'ULISSE di James Joyce. Nei suoi studi mostrò particolare interesse per l'opera filosofica di Martin Heidegger, e partecipò ai seminari su hegel di Alexandre Kojève assieme a molti altri intellettuali del tempo.
Lacan stava passando dalla neurologia alla psichiatria. Fra il 1927 e il 1931 studiò la clinica delle malattie mentali e cerebrali nell'Ospedale Sainte-Anne.
Lavorò poi nella infermeria speciale della Prefettura di Polizia, passando poi [pochi mesi nb] alla Clinica del Burghozli diretta da Hans Maier, il successore di Bleuler.
Il lavoro di Lacan sulla follia passò fin dall'inizio attraverso donne. All'inizio lavorò con una donna affetta da sintomi di isteria(concetto ripreso da Freud), utilizzando per descriverne i sintomi il termine 'pitiatismo' ereditato da Babinski. Nel 1931, con Henri Claude y Pierre Mignault, presenta due casi di 'follie simultanee'. Si interessa poi delle alterazione del linguaggio scritto, presentando un altro caso di paranoia femminile.
Così, Lacan si interessa al tema della follia passando dalla paranoia. Se Freud inventò la psicanalisi partendo dalle sue isteriche, Lacan la reinventò partendo dalle sue paranoiche.
Quando Lacan si accosta alla paranoia, si interessa primariamente al linguaggio. Riprende il termine schizofasia (introdotto da Kraepelin per descrivere le alterazioni del linguaggio come sintomo precursore della schizofrenia), e utilizza il termine schizografia per descrivere lo stesso fenomeno in rapporto alla scrittura. Si basa non solo su Kraepelin,ma anche sulle lezioni di Delacroix sull'afasia; quest'ultimo, che fu maestro di Sartre, si basava a sua volta sul Corso di linguistica generale di Saussure.

Per sorprendente che sia, fu la lettura di 'Asino marcio', testo di Salvador Dalì, a convincere Lacan a abbandonare l'idea del costituzionalismo per ripensare il problema nel linguaggio nel fenomeno della psicosi. Per Dalì la paranoia aveva la funzione di una allucinazione; definiva il delirio una interpretazione della realtà, e la paranoia una attività creativa logica.

Siamo nel 1931, e Lacan si addentra maggiormente nella dottrina freudiana e si appoggia al surrealismo; partendo dalla sua attività psichiatrica inizia a elaborare la sua tesi di specializzazione.



LA TESI

La psicosi paranoica nei suoi rapporti con la personalità”

'E in gran parte sostenuta dalle sue letture di Spinoza, Jaspers, Nietzche, Husserl e Bergson [N.B. e, soprattutto, di Janet e Kretschmer]. Di fatto, l'influsso di Spinoza, linizio dell'analisi con Loewenstein e l'incontro con Marguerite Pantaine la segneranno dall'inizio alla fine.
'E divisa in tre parti: 
1. posizione teorica del problema della psicosi paranoica;
2. presentazione del caso Aimée;
3. sviluppo del suo metodo di lavoro, e conclusioni.
Fu sostenuta [e pubblicata una prima volta n.b.] nel 1932. Non venne [ri]pubblicata fino al 1975.


La psicosi paranoica nella Psichiatria del tempo (1)

Divide la psicopatologia in due correnti:
A. Psicogenesi
  1. teorie costituzionaliste: scuola francese (Sérieux e Capgras).
  2. teorie della reazione della personalià: scuola francese (Janet),e tedesca (Ktretschmer).
B. Organicismo
  1. organicisti puri: scuola francese (Mignard, Guiraud, Hesnard, Clérambault).
  2. Germania: il 'processo' di Jaspers.

Lacan critica sia il costituzionalismo che l'organicismo, e intende sostenere la psicogenesi della psicosi.



La psicosi paranoica nella Psichiatria del tempo (2)

Lacan si schiera per i concetti di reazione e di processo, nella misura in cui permettono di indicare che lo scatenamento della psicosi non è uno sviluppo autonomo, ma mantiene un rapporto con l'ambiente sociale: esiste un rapporto fra le riposte di un individuo e gli eventi attorno a lui. Sottolinea così le reazioni individuali davanti alle situazioni di vita.

Così Lacan può dire alla fine: se i disturbi organici e gli eventi della storia ci mostrano solo lo scoppiare del processo morboso, il progresso e la struttura della psicosi sono spiegabili sono facendo riferimento a una anomalia psichica antecedente a queste istanze. E la nostra ricerca ci ha portato a individuare un disturbo che non ha senso se non in funzione della personalità, ovverossia (se si preferisce) psicogeno.”
Nella tesi Lacan cercherà appunto di dimostrare la relazione fra la psicosi paranoica e la personalità.
Molto più tardi, nel suo seminario su 'Le Sinthome', il 16 dicembre 1975 farà questa affermazione:
Se tanto a lungo mi sono opposto a una ristampa della mia tesi di specialità è per qeusta semplice ragione: che non c'è nessun rapporto fra psicosi paranoica e personalità come tale- per un semplice fatto: che sono la stessa cosa”:


'E a partire da Kraepelin che in Germania si pensò a una concezione psicogena della psicosi paranoica; Bleuler spiegò il delirio con le reazioni del soggetto davanti alla sua situazione vitale.
Al contrario, Sérieux e Capgras in Francia pensavano a una derivazione del delirio dalle predisposizioni costituzionali del malato.
Come si vede, Lacan si appoggia alla psichiatria tedesca, non a quella francese contemporanea.

E così riprende l'idea di Kraepelin: “Si sa che nella descrizione kraepeliniana la paranoia si differenzia da parafrenia e stati paranoidi per l'ordine mantenuto nel pensiero, azioni e volontà; per il suo diffondersi senza distruggere la personalità precedente, per la sua durata senza evoluzione demenziale.
Indubbiamente Lacan non si allontana del tutto dai suoi vecchi colleghi [?] Sérieux e Capgras; costoro pongono l'accento sul fatto che per gli interpreti nessun segno simbolico è più importante della parola- ciò come risposta alla analisi di Guiraud del delirio di interpretazione: per lui, l'interpretazione si fa sempre sulle forme linguistiche.
Per il suo maestro Clérambault, se vi era un meccanismo psicogeno nella paranoia era la mancanza di fiducia.
Tale era lo stato delle cose quando Lacan iniziò la sua ricerca sul caso Aimée: l'idea dominante era di una costituzione paranoica che infine portava alla paranoia clinica- ipotesi fortemente influenzata dalle idee di Magnan sulla degenerazione. Però Lacan si allontanò da questa concezione, e sviluppò esattamente quella opposta: fra i tratti di carattere paranoici e la paranoia clinica c'è una discontinuità, una rottura, una catastrofe psichica; non cè relazione lineare fra costituzione psichica e malattia.
Quello che Lacan dimostra è che “il delirio è l'equivalente intenzionale di una pulsione aggressiva insufficientemente socializzata”.
Lacan asserì: il delirio non è della stessa natura di una lesione fisica. 'E l'espressione di un disturbo
della psiche, del giudizio, della condotta sociale di una persona. Questa espressione è determinata tramite un simbolismo sociale, che deve essere interpretato. In altre parole, per Lacan il meccanismo della psicosi è fondamentalmente sociale.
La sua tesi di specialità è un esempio della frontiera fra psichiatria e psicanalisi in cui in quegli anni si trovava Lacan.




Il caso
I giornali: notizia dell'ultima ora!
La storia

Marguerite Pantaine nacque a Mauriac il 4 luglio del 1892. Nella tesi, Lacan la chiamerà Aimée (amata), che è il nome dell'eroina di uno dei romanzi scritti da lei.
Proveniva da una famiglia cattolica di contadini del centro della Francia.
Figlia di una madre che soffriva di sintomi persecutori, sognò molto presto, alla maniera di Emma Bovary, di abbandonare la sua condizione sociale di partenza e diventare una intellettuale.
Nel 1910, all'età di 18 anni, entrò nell'Amministrazione delle Poste.
7 anni più tardi, nel 1917, a 25 anni di età, si sposò con René Anzieu, pure lui funzionario delle Poste, assumendo il nome di Marguerite Anzieu.


Inizio della psicopatologia.
Nel 1921 (28 anni) mentre era incinta iniziò a tenere un comportamento strano, con idee persecutorie.
Le sue reazioni violente vanno aumentando. Taglia con un coltello le ruote della bicicletta di un vicino, e scaglia oggetti contro il marito. Ha incubi sulla morte del figlio che ha concepito. Alla fine dà alla luce una bambina nata morta (soffocata dal cordone ombelicale); riceve una telefonata da una donna che per tre anni era stat sua intima amica (C. de la N.), e con certezza psicotica conclude che è quella la responsabile della morte.
A 30 anni di età Aimée è di nuovo incinta, e compaiono sintomi simili.Nasce un maschio (Didier), e non permette a nessun altro che lei di accudirlo i primi cinque mesi. Aumentano le idee persecutorie e la sua ostilità nei confronti delle altre persone.
Idee di autoriferimento:
ha la sensazione che le sue compagne d'ufficio parlino di lei per calunniarla. Lo stesso per strada: la gente le sussurra dietro. Fanno allusioni a lei sul giornale.Tutti, in vario modo, vogliono la stessa cosa: la morte di suo figlio. Trova che tutti lo minacciano; le auto passano troppo vicino alla carrozzella, i vicini vogliono fargli del male.
Durante questo periodo il marito scopre che la moglie ha rinunciato al lavoro e ha richiesto un passaporto per gli Stati Uniti- usando un documento falso da cui risulta che il marito ha autorizzato la sua partenza. La sua intenzione è di fuggire via con il figlio, per proteggerlo. Inoltre, vuole diventare scrittrice e cercare fortuna in un altro paese.
Venne ricoverata per 6 mesi in una clinica per malattie mentali (1923), con la diagnosi di delirio interpretativo. I documenti della clinica raccontano di come ella si sentiva perseguitata dalla gente per le strade e dai vicini, che secondo lei le indirizzavano maledizioni e ingiurie. Viene alla fine dimessa su richiesta dei famigliari- PRIMO RICOVERO

Dimessa dalla clinica si occupa del figlio in modo apparentemente stabile, però non vuole tornare al suo posto di lavoro: dal che si deduce che le idee persecutorie continuavano. Chiede infine all'amministrazione un trasferimento a Parigi, che le viene concesso. Nel 1924 si ritrova sola, senza marito e senza figlio.
Va progressivamente costruendo il suo delirio contro la Signora “Z” (Huguette Duflos, il cui vero nome era Hermance Hert, attrice celebre in quegli anni sulla scena parigina): è sicura che da lì vengono le minacce di uccidere suo figlio. Come fece Aimée ad arrivare a questa conclusione?
Dopo molti insistenti interrogatori, confessa Lacan, Aimée gli racconta quanto segue: fu nell'ufficio, in un momento in cui si sforzava di chiarire da dove venivano le minacce contro il figlio, che per la prima volta sentì le colleghe parlare di questa attrice- e fu allora che capì di avere trovato la responsabile del complotto contro il bambino.
Era stata almeno due volte a vederla a Parigi: al teatro, e poi al cinema. Aimée si rende conto che
la Signora “Z” si presentava vicino a casa sua, e interpreta il tutto come una provocazione.
Continua a sognare il figlio morto e, per quanto vada a trovarlo nella città natale di lui, dove vive con il padre, teme molto per la sua vita- fino al punto di sentire di dover fare qualcosa perchè altrimenti la disgrazia la raggiungerà in fretta, e diventerà una madre criminale.
La tempesta di angoscia e persecuzione cresce col passare del tempo.
Anche se la Signora “Z” è la sua persecutrice principale, vi sono altri persecutori.Così per diverse donne attorno a lei, ma soprattutto per lo scrittore dei testi di questa attrice, verso il quale Aimée aveva inizialmente dedicato un amore erotomanico, per passare poi a disprezzo e rancore. Diceva che era colpa di lui se aveva abbandonato suo marito, perchè era stato lui a chiederglielo.
L'amore erotomanico non si manifestò solo con questo personaggio ma anche con il principe di Galles, cui scriveva lunghe lettere.
Ritiene pure che un redattore del Journal faccia nei suoi articoli frequenti allusioni e minacce contro di lei. Si sente plagiata, e crede che vengano copiati degli estratti dei suoi romani non pubblicati. Passa un periodo di “dissipazione”, nel quale “si sente obbligata a andare verso gli uomini”. Abborda a caso uomini che incrocia per strada. Molte volte questi incontri terminano in stanze d'albergo.
'E in questa ossessione che Aimée avverte la necessità imperiosa di fare qualcosa per tenere lontana da suo figlio la minaccia di morte, e che prepara l'aggressione alla Signora “Z”.
Il 18 aprile 1931, all'ingresso del teatro, abborda una famosa attrice parigina, che doveva recitare quella notte. La sta aspettando, e le chiede: ''E lei la Signora “Z”' (così venne chiamata da Lacan)? Ricevuta una risposta affermativa, Aimèe tira fuori dalla borsa un coltello, e piena di odio leva la mano contro di lei; la lama è però bloccata dall'attrice, che si taglia i tendini di un dito della mano destra.
Interrogata sul motivo dell'aggressione, disse solo che la Signora “Z” da molto tempo la minacciava e provocava. Era sicura che l'altra non agiva da sola, ma con la complicità di un letterato, pure famoso, che aveva rivelato parte della sua vita privata.
Aimée viene inviata in prima istanza alla infermeria speciale e al carcere femminile di Saint-Lazare.
Un mese e mezzo dopo, il 3 giugno 1931, viene ricoverata nella Clinica Sainte-Anne con diagnosi di “delirio sistematizzato di persecuzione su base interpretativa con tendenze megalomaniche e sostrato erotomanico”.
Il 18 giugno 1931 Lacan prende in carico il caso, di cui si occuperà per un amnno e mezzo.
Aimée aveva 38 anni.
Durante il ricovero in clinica, il suo delirio sparì [n.b.in effetti dopo i primi 20 gg di carcere].


La interpretazione

Per Lacan si trattava senza dubbio di una paranoia, e per questa diagnosi si basò su una concezione kraepeliniana: la conservazione di un ordine nel pensiero, negli atti e nella volontà. Però in questo quadro non si spiegava la guarigione.
Delirio con due aspetti:
di persecuzione;
di grandezza;
idealismo riformatore, missione sociale;
erotomania verso un personaggio di stirpe reale.
La erotomania di Aimée è interpretata in termini freudiani (secondo Freud nel delirio di gelosia paranoico vi è una inconscia attrazione omosessuale nei confronti del persecutore).
Erotomania omosessuale nei confronti delle persecutrici”.
Erotomania eterosessuale” nei confronti di:
Pierre Benoit (“P.B.), autore di un romanzo che “Z” mise in scena: Si riconosce in diversi suoi personaggi, e si sente molestata dalle sue supposte allusioni alla sua vita privata. (Abbiamo le tre fasi descritte da De Clérambault: speranza, delusione, rancore); il Principe di Galles: appare come una figura benevola che la protegge dalla persecuzione di Z e degli altri persecutori. 'E una erotomania platonica (amore passionale idealizzato senza componente sessuale, secondo il modello descritto da Dide).

Scatenamento della psicosi in occasione di gravidanza e puerperio: Lacan, al pari di Kraepelin, usa il termine di 'causa occasionale'.
La nozione di scatenamento si oppone a quella di continuità, propria del costituzionalismo. Per Sérieux e Capgras, nella evoluzione del delirio di interpretazione l'inizio della psicosi resta incerto, e si confonde con la vita complessiva del paziente; a poco a poco si produce una cristallizzazione delle interpretazioni attorno a una concezione o tendenza predominante legata a una situazione vitale.
Per Lacan al contrario questo scatenamento (“punto o momento fecondo”) della psicosi costituisce un momento di rottura che produce una precisa discontinuità nella vita del malato.

Quando a 18 anni di età Aimée lascia la casa di famiglia vive per tre mesi a casa di uno zio, la cui moglie è la sorella maggiore di Aimée (andata a casa di questi a lavorare a 15 anni, si era sposata con lui). Lì Aimée si trova sotto l'autorità della sorella.
Anni dopo le due sorelle si reincontreranno: 8 mesi dopo il matrimonio di Aimée la sorella [restata dopo la guerra vedova, e senza figli] va a vivere con lei. Quando per via della malattia Aimée non può farsi carico del figlio, questa donna la sostituisce nelle cure materne.
Lacan segnala che Aimée è dominata da questa donna, che arriva a soppiantarla. In qualche modo ella rappresenta “l'immagine di quello che Aimée non riesce ad essere”.

Si produce una negazione: invece di riconoscere il suo odio per la sorella ('complesso fraterno'), Aimèe si rifugia in un 'misconoscimento sistematico'. Il suo odio si concentra su oggetti lontani dal suo odio reale, su sostitute della sorella.
Dopo la sua chiamata telefonica C. de la N. inaugura la serie delle persecutrici.
Verrà poi Sara Bernhardt, che la madre dell'amica aveva conosciuto in un convento.
Infine Z (Huguette ex-Duflos).

Lacan si domanda quale sia in effetti per Aimée il vero valore rappresentativo delle persecutrici. “Donne di lettere, attici, donne di mondo, esse incarnano per Aimée l'immagine che lei si fa della donna che, in qualunque misura, gode di libertà e di potere sociale (…) Questo tipo di donna è esattamente quello che Aimée stessa sogna di arrivare ad essere. La stessa immagine che rappresenta il suo ideale è al tempo stesso oggetto del suo odio”.

Troviamo un abbozzo di formulazione della teoria dello specchio, anche prima che questa venga concettualizzata [nel 1936]. Nella proliferazione di doppi riconosciamo il disturbo dell'immaginario prodotto dalla regressione topica allo stadio dello specchio. Questa considerazione gli permette di spiegare il meccanismo della autopunizione: Aimée aggredisce il suo ideale esteriorizzato e, facendolo, aggredisce sé stessa.
Nella misura in cui l'oggetto aggredito mantiene il valore di puro simbolo, Aimée, a differenza del delirante passionale, non giunge a tranquillizzarsi dopo il passaggio all'atto, ma quando percepisce
di essersi con questa azione resa colpevole davanti alla legge, cioè quando riesce ad aggredire sé stessa. Lacan conclude: “La natura della cura dimostra la natura della malattia”.

Capisce poi che quando Aimée ha aggredito l'attrice ha aggredito sé stessa, e solo allora appare la scomparsa brusca del delirio.
Secondo Lacan. Il desiderio è soddisfatto quando una esperienza vitale determina un equilibrio affettivo, si ha uno stop alla messa in atto e si dissipano i fantasmi. Tale esperienza vitale è sociale nella sua origine perchè si tratta del castigo. In altre parole, il castigo determina la fine del desiderio; è il castigo che costituisce l'oggetto del desiderio.
Il misconoscimento nella follia non è altro che un'immagine invertita del proprio essere; il delirante misconosce che il suo persecutore non è altri che lui stesso.
Aimée vuole uccidere un'altra che la rappresenta e incarna pure il suo ideale.
Questo tipo di paranoia è chiamata da Lacan PARANOIA DI AUTOPUNIZIONE; ha la caratteristica di essere curabile. Sebbene fosse già stata stabilita la relazione fra psicosi e autopunizione, questa entità clinica è una creazione originale di Lacan.

Freud nel 1923 pubblicò un articolo cui diede titolo “Su alcuni casi di delitto per sentimento di colpa”, dove per la prima volta formulò l'ipotesi che certi criminali si muovessero spinti dal sentimento di colpa, cioè cercando attivamente la punizione per una colpa immaginaria tramite un crimine o delitto reale; il proibito attraeva esattamente per questa promessa di punizione. Concluse la sua analisi con la celebre frase: 'La colpa è anteriore al crimine'.

Lacan ritiene che esista un arresto evolutivo della personalità di Aimée al momento della integrazione infantile della consapevolezza morale; cioè al momento della nascita del Super-Io. Da qui deriva che la tendenza dominante sia la autopunizione. Ciò determina in Aimée una fissazione allo stadio sadico-anale di sviluppo della libido e al complesso fraterno- da dove il disturbo della istanza punitiva; ne risulta una struttura paranoica.
Fra i crimini dell'Es e quelli dell'Io, delineati da Guiraud, colloca quelli del Super-Io, nei quali l'atto criminale esprime una intenzione autopunitiva.
'E proprio nella misura in cui Aimée, colpendo, colpisce sé stessa che produce una realizzazione di desiderio (della pulsione autopunitiva) che la libera dal delirio.


La responsabilità dello psicotico (1)

La tendenza generale degli psichiatri francesi contemporanei di Lacan è di respingere la nozione di responsabilità.
In questo momento Lacan non prende parte al dibattito (“è una questione molto controversa”). Rifiuta la attribuzione di irresponsabilità totale per le azioni di un delirante, e aggiunge che la applicazione delle sanzioni penali deve essere accompagnata da un controllo e da un trattamento psichiatrico.


La responsabilità dello psicotico (2)

Negli anni successivi la sua posizione diventa più chiara: non si può impedire al malato di responsabilizzarsi per le sue azioni “dato che questa assunzione soggettiva di responsabilità è necessaria per il significato stesso della pena”.



Il linguaggio di Aimée (1)

Gli scritti [dei pazienti] sono documenti molto preziosi. Bisogna raccoglierli con cura,
e procurarseli dal momento in cui entrano in ospedale (quando non hanno ancora imparato a essere reticenti...)”
Lacan non trova in Aimée schizofasia né schizografia. “Quanto alle circonlocuzioni della frase: parentesi, note casuali, subordinazioni intricate- quanto alle riprese, ripetizioni, ritorni della struttura sintattica, che negli scritti della maggior parte dei paranoici esprimono stereotipie mentali di ordine più elevato, è molto notevole constatarne la totale assenza negli scritti di Aimée”.
'E una vera 'innamorata delle parole'.
Gli scritti di A. restano vincolati alla tematica delirante.



Il linguaggio di Aimée (2)

Scrisse due romanzi negli 8 mesi precedenti l'aggressione.
Il primo fu scritto di getto. Si intitola 'Il detrattore', ed è dedicato al Principe di Galles (“avrebbe potutto essere chiamato Idillio”).
Il secondo è composto in una “atmosfera febbrile”. 'E una satira che mira a mettere in evidenza scandali e miserie del suo tempo, con l'aspirazione a un mondo migliore. Si intitola 'Con il vostro permesso', ed è pure esso dedicato al Principe di Galles.

Lacan segnala la discordanza evidente fra il posto centrale del figlio nelle sue preoccupazioni deliranti e l'interesse reale che ella manifesta nei suoi confronti. In realtà ella non si occupa del bambino, lo lascia alle cure della sorella. Cià indica la distanza esistente fra il figlio reale e il figlio del delirio.
Secondo alcuni autori [p.e. Allouch] colpisce il fatto che Lacan non ha dato importanza al ruolo di madre e sorella della madre nel delirio di Aimée.
In primo luogo bisogna notare la posizione francamente delirante della madre quando viene informata del passaggio all'atto di sua figlia. Quando il delirio di Aimée si svuotò (immediatamente dopo il passaggio all'atto) prese il suo posto quello della madre.
Nel primo capitolo della tesi Lacan riconosce- senza accentuare la cosa- che la madre “è affetta da delirio di persecuzione” (lo mette fra virgolette) e che una zia presentava comportamenti “bizzarri e disordinati”.

Fra i dati importanti della storia di Aimée, si includono quelli relativi al periodo in cui la madre era incinta della paziente: una figlia, qulla più grande, muore in un tragico incidente all'età di 5 anni. Lacan riferisce che la bambina cadde nella porta aperta di un forno acceso, morendo rapidamente per le ustioni. La famiglia stessa mette in relazione la follia della madre con questo incidente.
Jean Allouch riceve la testimonianza del figlio di Aimée, Didier Anzieu, che ricostruisce gli eventi in modo diverso: “Era (Aimée, Marguerite) la terza figlia, la terza o la quarta...Qui sta il problema. La famiglia viveva in una grande casa di mattoni, vicino alla stalla e ai campi. La sala era l'unica stanza riscaldata- con un grande focolare in cui bruciavano grossi pezzi di legno; lì si cucinava, e ci si poteva sedere su delle panche. Il fatto accadde prima della nascita di mia madre. Era un giorno di festa. A Marguerite, la più piccola delle tre figlie, avevano messo un vestito di organza per andare alla messa. La lasciarono un momento alle cure della sorella maggiore, quella che sarebbe stata la mia madrina. La piccola era vestita in modo leggero e faceva freddo, si avvicinà al fuoco... e morì bruciata viva. Fu uno shock atroce per i genitori, per le due sorelle. E quando nacque un'altra bambina le diedero lo stesso nome, Marguerite”.

5 mesi dopo il tragico incidente la madre restò nuovamente incinta, ma il bambino muore appena nato. 11 mesi dopo nasce Aimée, cui viene dato il nome della sorella morta. Sono, dunque, due le morti che precedono Aimée. 'E la morte che la precede e la battezza, dato che occupa il posto della sorella maggiore morta.
10 anni prima dei colloqui che Lacan ebbe con Aimée, la madre di lei si era presentata come una donna fragile, con tendenza a interpretazioni persecutorie, le cui inquietudini si trasformavano rapidamente in sospetti. Aveva la sensazione di essere ascoltata e spiata dai vicini, motivo per cui-era anlfabeta- chiedeva che le lettere indirizzate a lei le venissero lette sottovoce.
Una volta informata degli eventi riguardanti Aimée, la madre si chiude, affermando che quanto avvenuto alla figlia era dovuto all'ostilità dei vicini più prossimi. Pare trattarsi dello sviluppo di un delirio determinato dalla situazione della figlia.

Jean Allouch lamenta che Lacan non diede evidenza agli elementi che avrebbero portato alla diagnosi di una follia a due.
Per alcuni autori si può anche pensare a una follia a tre, se si tiene conto della sorella di Aimée, Èlise Pantaine, su cui si hanno poche informazioni. 'E questa sorella che si occupa del figlio quando lei si trasferisce a Parigi.

Elisabeth Roudinesco racconta il seguito della storia di Aimée: possiamo constatare una stabilizzazione relativa, che le permette di evitare nuovi ricoveri [dopo la dimissione nel 1944].

In questa storia incredibile la realtà assomiglia a un romanzo. Nel 1941 [?] le autorità decidono di non continuare a impiegare risorse per gli internati negli istituti psichiatrici, che sono troppo costosi in tempo di guerra. Centinaia di pazienti sono dimessi, privi di sostentamento. Aimée segue questo destino. Allontanata dall'Ospedale di Sainte-Anne, dove era aiutante nella biblioteca, è accolta a casa della seconda sorella. Dopo che è stata liberata conosce alcuni borghesi di Parigi (…). diventa la loro cuoca; dato che questi apprezzano le sue doti, la invitano a seguirli nella loro casa di Boulogne [vicino a Parigi; la sorella viveva vicino all'Alsazia] (…). Continua a scrivere, spinta da una ispirazione religiosa. Verso la fine della sua esistenza progetterà di scrivere un'opera sulle donne della Bibbia. A volte attraversa delle crisi mistiche e si sente perseguitata. Non ostante la sua follia non commetterà altre aggressioni, e non sarà più ricoverata”.

Nel momento in cui lascia l'ospedale Aimée stava abbastanza bene, e in effetti da diverso tempo si discuteva della sua dimissione.
Suo figlio dice: “Dopo i suoi 12 anni di ricovero condusse una vita indipendente. Lavorò attivamente per integrare le piccole pensioni di cui disponeva (…) Persistentemente si dedicò a opere di carità, nelle quali fu molto amata, anche se a volte un po' suscettibile. Fino al momento del declino mantenne una insaziabile curiosità intellettuale”.

Nel 1949, suo figlio Didier (Anzieu), compiuti gli studi di filosofia, decise di diventare analista. Ricevette la sua formazione analitica sul divano di Lacan, mentre preparava- sotto la direzione di Daniel Lagache- una tesi sulla autoanalisi di Freud1; ignorava che il famoso 'caso Aimée' riguardava sua madre. Questa gli rivelò la verità quando, per un caso straordinario, si impiegò (1949 circa) come governante, nella casa di Alfred Lacan 81973-1960), da poco vedovo, padre di Jacques [che reincontrò dopo 16 anni circa].
Si ebbe un conflitto fra Didier Anzieu e Lacan a questo punto [Didier A. ruppe con Lacan accusandogli di averlo tenuto all'oscuro di fatti esssenziali] ; e pure fra Lacan e Marguerite: Marguerite gli rimproverava di averla trattata come “un caso clinico”, e no come un essere umano; e inoltre e soprattutto di non averle mai riconsegnato i manoscritti che ella gli aveva affidato un tempo, al momento del suo internamento nell'Ospedale Sainte-Anne.2


1Poi pubblicato (e tuttora ristampato), con il titolo “L'auto-analyse de Freud et la découverte de la psychanalyse”; libro pionieristico e estremamente importante.
2I manoscritti originali non sono mai stati ritrovati; sopravvivono solo gli estratti che Lacan pubblicò nel suo libro.





3. BIBLIOGRAFIA/ SITOGRAFIA

LIBRI

JEAN ALLOUCH 'Marguerite, ou l'Aimée de Lacan' (1990/ 1994).
MARGUERITE ANZIEU 'Aimée' (adapt. theatr. G.Blanchard et I.Laffon) (1999).
JACQUES LACAN 'La psicosi paranoica nei suoi rapporti col la personalità' (1932/ 1975).
SILVIA E. TENDLARZ 'Aimée Con Lacan: Acerca de la Paranoia de Autopuniciòn' (1999).

MIKKEL BORCH-JACOBSEN 'Lacan, il maestro assoluto' (1991) [libgen].
ELISABETH ROUDINESCO 'La Bataille De Cent Ans: Histoire De La Psychanalyse En France
T. I-II (1982/ 1986); 'Jacques Lacan. Profilo di una vita, storia di un sistema di
pensiero' (1993)[libgen].



PIETRO BARBETTA, 'Follia e creazione', 2012.
PIERRE BENOIT 'L'Atlantide' (1919); 'Alberte' (1926).
JOSEPH H. BERKE et al. ed. 'Even Paranoids Have Enemies: new perspectives on paranoia and
persecution' (1998).
LUDWIG BINSWANGER 'Il caso Suzanne Urban' (1953).
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POST E VIDEO MIEI

Giacomo Conserva, domenica 12 giugno 2011, The so-called 'case of Aimée': or, the psychiatrist and his desire/ Le soi-disant 'cas Aimée': ou, le psychiatre et son désir [about Lacan's "De la psychose paranoïaque dans ses rapports avec la personnalité", 1932] http://gconse.blogspot.it/2011/06/le-soi-disant-cas-aimee-ou-le.html

BDF 5.10 Giacomo Conserva, 'Marguerite Pantaine-Anzieu e Jacques Lacan, 1932: psicosi paranoica e personalità'http://bidieffe.net/?page_id=1004 video di due ore circa

Giacomo Conserva, mercoledì 19 dicembre 2012, 'Marguerite Pantaine-Anzieu e Jacques Lacan' [video di un seminario bdf a Bergamo] http://gconse.blogspot.it/2012/12/marguerite-pantaine-anzieu-e-jacques_19.html video di due ore circa







4. A PROPOSITO DELLA THÈSE DI LACAN:
10 WAYS OF SEEING/ 10 MODI DI VEDERE



1. L'AVVENTO DI LACAN
    (come di Zarathustra... cfr. Cox Cameron, Rabatè, Roudinesco, Mikkel Borch-Jacobsen, Allouch etc.)


2. IL POTERE PSICHIATRICO
(Foucault, Castel, Basaglia; cfr. 'Sartre, la psicanalisi esistenziale e l'antipsichiatria'-


3. PARANOIA/ TRASFORMAZIONE
PARANOIA/ PERSECUZIONE
PARANOIA/ DESIDERIO
PARANOIA/ PARANOIA CRITICA
FOLLIA FEMMINILE
PARANOIA/ COSTITUZIONE IMMAGINARIA DELL'IO
(cfr. Kristeva, 'La rivoluzione del linguaggio poetico'; Schatzman e Berke; 'Economie
libidinale' di Lyotard, e 'Anti-Edipo'; S. Dalì; Betty Friedan e Elaine Showalter; Lacan)


4. LA SCRITTURA FEMMINILE
Clarice Lispector
KathyAcker
Margaret Atwood
Anna Kavan
Barbara O' Brien
Sylvia Plath
Joanna Russ
Sarah Kane
Jean Rhys
Maria Schiavo
Octavia Butler
Betty Friedan
Robin Morgan
Teresa De Lauretis
Judith Butler
Marguerite Duras
Marilyn French
Patricia Highsmith
Sarah Lefanu
Doris Lessing
Marge Piercy
Poppy Brite
Tanith Lee
Anne Rice
Toril Moi
Carla Lonzi
Radclyffe Hall
Rosi Braidotti
Hélène Cixous
Kate Millet
Erica Jong
Luce Irigaray
Lucia Joyce
Janet Frame
Marie Cardinal
Valerie Solanas...

5. RITORNO DEL RIMOSSO/ PRODURRE INCONSCIO
(Freud, Lacan, Deleuze-Guattari, Lyotard)



6. MOIRA/ ATE
(Dodds, 'I Greci e l'irrazionale'; W. Otto, 'Gli dei della Grecia'; Eschilo, 'Orestea';
Lacan, 'L'etica della psicanalisi')



7. I DONI DIVINI DELLA FOLLIA/ SCRITTURA ISPIRATA
( Ferdiére; 'Typography' di Lacoue-Labarthe; i surrealisti; EH Dodds; M. Eliade,'Lo
sciamanesimo'; il saggio di Derrida su 'Storia della follia' di Foucault; 'Follia e creazione'
di Pietro Barbetta...)


8. TEORIA DEI COMPLOTTI
('Commentari sulla società dello spettacolo' di Debord; Berke et al.; Qiao Liang e Wang
Xiangsui: 'Guerra senza limiti', 1999)


9. CASI CLINICI RIVISITATI, RI-DETTI/ LITTERATURE
('Le due analisi di Mr. Z' di Kohout- opera di fantasia n.b.; Hirschmüller et al. su Ellen
West; 'Perceval's narrative' di Bateson; 'Le verbier de l'homme aux loups'; 'Ritratto di
Dora' della Cixous; 'Foglie di primavera' di Aaron Esterson; varie cose su Schreber &c-
[cfr. la mia nota su Kasparhauser
http://www.kasparhauser.net/giardinomente/conserva-schreber.html]; Anna O; 'Io, Pierre
Riviere...', a c di Michel Foucault; 'Poteri dell'orrore' della Kristeva; il libro di Didier
Anzieu sulla autoanalisi di Freud; 'Saint Genet' di JP Sartre, e 'Glas' di Derrida, di cui
pure 'Fattore di verità'; 'Sargasso Sea', di Jean Rhys; John Bishop, 'Joyce's Book of the
Dark', su Finnegans Wake'; 'Empire of the senseless', di Kathy Acker, ri-dire di
'Neuromancer' di Gibson; Jean-Michel Rabaté, 'Jacques Lacan. Psychoanalysis and the
Subject of Literature')
10. IL VUOTO E LE VISIONI
('Marguerite sachante', Allouch chap. 13 ; 'Hiatus Irrationalis', J.Lacan 1929/1933,
http://www.ecole-lacanienne.net/pastoutlacan20.php; Dany-Robert Dufour 'Lacan et la
miroir sophianique de boheme, 1998- http://www.scribd.com/doc/110807922/Dufour-
Dany-Robert-Lacan-e-o-Espelho-Sofianico-de-Boehme; François Cheng 'Le Docteur
Lacan au quotidien', L’Âne n° 48 - octobre-décembre 1991-
'PSYCHANALYSE ET TAOISME', THÈSE 2004- http://espace-cpp.pagesperso-
orange.fr/archives/Psychanalyse_et_taoisme_G%20Gancet.pdf)



10 bis. PAYSANNE DÉRACINÉE
la miseria
la civiltà contadina in Francia
M.Barrès, 'Les Déracinés'
la guerra civile degli anni '30 in Francia; il programma di Vichy
'il fascismo letterario francese' (D.Carroll)
[la rimozione sociale di QUEL passato]






5. Voy corriendo al Quai d'Orsay/ Je cours au quai d'Orsay


28 de enero de 193.....
Voy corriendo al Quai d'Orsay
Para mirar a mi dueño
Mi dueño, mi bien amado
Por la ventana he saltado

Pelo rubio como el sol
El infinito en sus ojos
Una silueta alta y fina
¡Ay¡ yo deseo seguirla

Yo quedo toda turbada,
Día y noche se trastornan
El río helado no puede
Anegar todo mi anhelo.


Con su Alteza la distancia
Es inmensa, y nadie puede
Vencerla de un aletazo.
El corazón no es rebelde.


Abro, tranquila, mi puerta
Desfila toda mí escolta
Están allí mis asiduos
La tristeza, el desaliento.


Pero ese día se sienta
Muy cerca de mi ventana
En persona de mi dueño
El valor sin abandono.


Los viajes, qué azoramiento
Atentados, accidentes
¡Cómo todo se acumula
y las salidas de mulas!


Que su Alteza me permita
Decirle cuanto le digo
Me preocupa lo indecible
la perfidia de esas bestias

Cuando las águilas vuelen
Por sobre la Cordillera
Los Windsor se medirán
Con los Grandes de la Tierra.





168

...A l'égard du prince de Galles la relation délirante est beaucoup plus précise. Nous avons d'elle un cahier où elle note chaque jour, avec la date et l'heure, une petite effusion poétique et amoureuse qu'elle lui adresse.

Le 28 janvier 193...

Je cours au quai d'Orsay
Pour apercevoir mon maître
Mon maître, mon bien-aimé
J'avais sauté par la fenêtre

Des cheveux blonds comme le soleil
Des yeux miroir de l'infini
Une silhouette haute et fine
Ah ! comme je l'aurais suivie

J'en restais bouleversée,
Le jour et la nuit en sont troublés
Le fleuve glacé ne pouvant
Noyer tout mon élan

Avec son Altesse la distance
Reste toujours immense
Pour la vaincre d'un coup d'aile.
Le coeur n'est pas rebelle.

J'ouvre doucement ma porte
Suit tout mon escorte
Mes assidus sont là présents
La tristesse et le découragement

Mais ce jour-là comme compagnon
S'assit tout près de ma fenêtre
En la personne de mon maître
Le courage sans abandon.

Les voyages, quel effarement
Les attentats, les accidents
Comme tout cela s'accumule
Et le départ des mules !

Que son Altesse me permette
Que je lui dise tout ceci
J'ai énormément de souci
De la traîtrise de ces bêtes

Par les monts de la Cordillière
Quand les aigles planeront
Au niveau des Grands de la terre
Les Windsors se mesureront.




vraiment le mal est autour d'elle,  
mais non en elle
[da una lettera durante il primo ricovero del 1924; e dal primo romanzo]



GIACOMO CONSERVA, gennaio 2013