1. BDF 5.10 Giacomo Conserva, 'Marguerite
Pantaine-Anzieu e Jacques Lacan, 1932: psicosi paranoica e
personalità'http://bidieffe.net/?page_id=1004 (19-12-2012, Bergamo) video di due ore circa
2. “Il
caso Aimée-Jacques Lacan”, Jaime Roig Gozalvez (trad. Giacomo
Conserva)
3.
BIBLIOGRAFIA/ SITOGRAFIA
4. A
PROPOSITO DELLA THÈSE DI LACAN:
10
WAYS OF SEEING/ 10 MODI DI VEDERE
5. Voy
corriendo al Quai d'Orsay/ Je cours au quai d'Orsay
2. “Il
caso Aimée-
Jacques
Lacan”
Jaime
Roig Gozalvez
L'analista
Jacques-Marie
Émile Lacan (París, 13 aprile 1901 - 9 settembre 1981).
Iniziò
lo studio della Medicina nel 1920, e si specializzò in psichiatria a
partire dal 1926.
Nel
1932 [correzione mia] iniziò una
analisi con Rudolph Loewenstein, durata fino al 1938.
Lacan
era molto attivo nel mondo degli scrittori, artisti e intellettuali
parigini dell'epoca: fu amico di André Breton, Luis Buñuel,
Salvador Dalí e Picasso (di cui fu medico); partecipò pure al
movimento Psyché fondato da Maryse Choisy. Contribuì a numerose
pubblicazioni surrealiste, e fu presente alla prima lettura pubblica
dell'ULISSE di James Joyce. Nei suoi studi mostrò particolare
interesse per l'opera filosofica di Martin Heidegger, e partecipò ai
seminari su hegel di Alexandre Kojève assieme a molti altri
intellettuali del tempo.
Lacan
stava passando dalla neurologia alla psichiatria. Fra il 1927 e il
1931 studiò la clinica delle malattie mentali e cerebrali
nell'Ospedale Sainte-Anne.
Lavorò
poi nella infermeria speciale della Prefettura di Polizia, passando
poi [pochi
mesi nb] alla
Clinica del Burghozli diretta da Hans Maier, il successore di
Bleuler.
Il
lavoro di Lacan sulla follia passò fin dall'inizio attraverso donne.
All'inizio lavorò con una donna affetta da sintomi di
isteria(concetto ripreso da Freud), utilizzando per descriverne i
sintomi il termine 'pitiatismo' ereditato da Babinski. Nel 1931, con
Henri Claude y Pierre Mignault, presenta due casi di 'follie
simultanee'. Si interessa poi delle alterazione del linguaggio
scritto, presentando un altro caso di paranoia femminile.
Così,
Lacan si interessa al tema della follia passando dalla paranoia. Se
Freud inventò la psicanalisi partendo dalle sue isteriche, Lacan la
reinventò partendo dalle sue paranoiche.
Quando
Lacan si accosta alla paranoia, si interessa primariamente al
linguaggio. Riprende il termine schizofasia (introdotto da Kraepelin
per descrivere le alterazioni del linguaggio come sintomo precursore
della schizofrenia), e utilizza il termine schizografia per
descrivere lo stesso fenomeno in rapporto alla scrittura. Si basa non
solo su Kraepelin,ma anche sulle lezioni di Delacroix sull'afasia;
quest'ultimo, che fu maestro di Sartre, si basava a sua volta sul
Corso di linguistica generale di Saussure.
Per
sorprendente che sia, fu la lettura di 'Asino marcio', testo di
Salvador Dalì, a convincere Lacan a abbandonare l'idea del
costituzionalismo per ripensare il problema nel linguaggio nel
fenomeno della psicosi. Per Dalì la paranoia aveva la funzione di
una allucinazione; definiva il delirio una interpretazione della
realtà, e la paranoia una attività creativa logica.
Siamo
nel 1931, e Lacan si addentra maggiormente nella dottrina freudiana e
si appoggia al surrealismo; partendo dalla sua attività psichiatrica
inizia a elaborare la sua tesi di specializzazione.
LA
TESI
“La
psicosi paranoica nei suoi rapporti con la personalità”
'E
in gran parte sostenuta dalle sue letture di Spinoza, Jaspers,
Nietzche, Husserl e Bergson [N.B. e,
soprattutto, di Janet e Kretschmer]. Di fatto, l'influsso di
Spinoza, linizio dell'analisi con Loewenstein e l'incontro con
Marguerite Pantaine la segneranno dall'inizio alla fine.
'E
divisa in tre parti:
1. posizione teorica del problema della
psicosi paranoica;
2. presentazione
del caso Aimée;
3. sviluppo del
suo metodo di lavoro, e conclusioni.
Fu
sostenuta [e pubblicata una prima volta n.b.]
nel 1932. Non venne [ri]pubblicata fino
al 1975.
La
psicosi paranoica nella Psichiatria del tempo (1)
Divide
la psicopatologia in due correnti:
A.
Psicogenesi
teorie
costituzionaliste: scuola francese (Sérieux
e Capgras).
teorie della
reazione della personalià: scuola francese (Janet),e tedesca
(Ktretschmer).
B.
Organicismo
organicisti puri:
scuola francese (Mignard, Guiraud, Hesnard, Clérambault).
Germania: il
'processo' di Jaspers.
Lacan critica sia il
costituzionalismo che l'organicismo, e intende sostenere la
psicogenesi della psicosi.
La
psicosi paranoica nella Psichiatria del tempo (2)
Lacan
si schiera per i concetti di reazione e di processo, nella misura in
cui permettono di indicare che lo scatenamento della psicosi non è
uno sviluppo autonomo, ma mantiene un rapporto con l'ambiente
sociale: esiste un rapporto fra le riposte di un individuo e gli
eventi attorno a lui. Sottolinea così le reazioni individuali
davanti alle situazioni di vita.
Così
Lacan può dire alla fine: se i disturbi organici e gli eventi della
storia ci mostrano solo lo scoppiare del processo morboso, il
progresso e la struttura della psicosi sono spiegabili sono facendo
riferimento a una anomalia psichica antecedente a queste istanze. E
la nostra ricerca ci ha portato a individuare un disturbo che non ha
senso se non in funzione della personalità, ovverossia (se si
preferisce) psicogeno.”
Nella
tesi Lacan cercherà appunto di dimostrare la relazione fra la
psicosi paranoica e la personalità.
Molto
più tardi, nel suo seminario su 'Le Sinthome', il 16 dicembre 1975
farà questa affermazione:
“Se
tanto a lungo mi sono opposto a una ristampa della mia tesi di
specialità è per qeusta semplice ragione: che non c'è nessun
rapporto fra psicosi paranoica e personalità come tale- per un
semplice fatto: che sono la stessa cosa”:
'E
a partire da Kraepelin che in Germania si pensò a una concezione
psicogena della psicosi paranoica; Bleuler spiegò il delirio con le
reazioni del soggetto davanti alla sua situazione vitale.
Al
contrario, Sérieux e Capgras in Francia pensavano a una derivazione
del delirio dalle predisposizioni costituzionali del malato.
Come
si vede, Lacan si appoggia alla psichiatria tedesca, non a quella
francese contemporanea.
E
così riprende l'idea di Kraepelin: “Si sa che nella descrizione
kraepeliniana la paranoia si differenzia da parafrenia e stati
paranoidi per l'ordine mantenuto nel pensiero, azioni e volontà; per
il suo diffondersi senza distruggere la personalità precedente, per
la sua durata senza evoluzione demenziale.
Indubbiamente
Lacan non si allontana del tutto dai suoi vecchi colleghi [?]
Sérieux e Capgras; costoro pongono l'accento sul fatto che per gli
interpreti nessun segno simbolico è più importante della parola-
ciò come risposta alla analisi di Guiraud del delirio di
interpretazione: per lui, l'interpretazione si fa sempre sulle forme
linguistiche.
Per
il suo maestro Clérambault, se vi era un meccanismo psicogeno nella
paranoia era la mancanza di fiducia.
Tale
era lo stato delle cose quando Lacan iniziò la sua ricerca sul caso
Aimée: l'idea dominante era di una costituzione paranoica che infine
portava alla paranoia clinica- ipotesi fortemente influenzata dalle
idee di Magnan sulla degenerazione. Però Lacan si allontanò da
questa concezione, e sviluppò esattamente quella opposta: fra i
tratti di carattere paranoici e la paranoia clinica c'è una
discontinuità, una rottura, una catastrofe psichica; non cè
relazione lineare fra costituzione psichica e malattia.
Quello
che Lacan dimostra è che “il delirio è l'equivalente intenzionale
di una pulsione aggressiva insufficientemente socializzata”.
Lacan
asserì: il delirio non è della stessa natura di una lesione fisica.
'E l'espressione di un disturbo
della psiche, del
giudizio, della condotta sociale di una persona. Questa espressione è
determinata tramite un simbolismo sociale, che deve essere
interpretato. In altre parole, per Lacan il meccanismo della psicosi
è fondamentalmente sociale.
La
sua tesi di specialità è un esempio della frontiera fra psichiatria
e psicanalisi in cui in quegli anni si trovava Lacan.
Il
caso
I
giornali: notizia dell'ultima ora!
La
storia
Marguerite
Pantaine nacque a Mauriac il 4 luglio del 1892. Nella tesi, Lacan la
chiamerà Aimée (amata), che è il nome dell'eroina di uno dei
romanzi scritti da lei.
Proveniva
da una famiglia cattolica di contadini del centro della Francia.
Figlia
di una madre che soffriva di sintomi persecutori, sognò molto
presto, alla maniera di Emma Bovary, di abbandonare la sua condizione
sociale di partenza e diventare una intellettuale.
Nel
1910, all'età di 18 anni, entrò nell'Amministrazione delle
Poste.
7
anni più tardi, nel 1917, a 25 anni di età, si sposò con René
Anzieu, pure lui funzionario delle Poste, assumendo il nome di
Marguerite Anzieu.
Inizio
della psicopatologia.
Nel
1921 (28 anni) mentre era incinta iniziò a tenere un
comportamento strano, con idee persecutorie.
Le
sue reazioni violente vanno aumentando. Taglia con un coltello le
ruote della bicicletta di un vicino, e scaglia oggetti contro il
marito. Ha incubi sulla morte del figlio che ha concepito. Alla fine
dà alla luce una bambina nata morta (soffocata dal cordone
ombelicale); riceve una telefonata da una donna che per tre anni era
stat sua intima amica (C. de la N.), e con certezza psicotica
conclude che è quella la responsabile della morte.
A
30 anni di età Aimée è di nuovo incinta, e compaiono
sintomi simili.Nasce un maschio (Didier), e non permette a nessun
altro che lei di accudirlo i primi cinque mesi. Aumentano le idee
persecutorie e la sua ostilità nei confronti delle altre persone.
Idee
di autoriferimento:
ha
la sensazione che le sue compagne d'ufficio parlino di lei per
calunniarla. Lo stesso per strada: la gente le sussurra dietro. Fanno
allusioni a lei sul giornale.Tutti, in vario modo, vogliono la stessa
cosa: la morte di suo figlio. Trova che tutti lo minacciano; le auto
passano troppo vicino alla carrozzella, i vicini vogliono fargli del
male.
Durante
questo periodo il marito scopre che la moglie ha rinunciato al lavoro
e ha richiesto un passaporto per gli Stati Uniti- usando un documento
falso da cui risulta che il marito ha autorizzato la sua partenza. La
sua intenzione è di fuggire via con il figlio, per proteggerlo.
Inoltre, vuole diventare scrittrice e cercare fortuna in un altro
paese.
Venne
ricoverata per 6 mesi in una clinica per malattie mentali (1923),
con la diagnosi di delirio interpretativo. I documenti della clinica
raccontano di come ella si sentiva perseguitata dalla gente per le
strade e dai vicini, che secondo lei le indirizzavano maledizioni e
ingiurie. Viene alla fine dimessa su richiesta dei famigliari- PRIMO
RICOVERO
Dimessa
dalla clinica si occupa del figlio in modo apparentemente stabile,
però non vuole tornare al suo posto di lavoro: dal che si deduce che
le idee persecutorie continuavano. Chiede infine all'amministrazione
un trasferimento a Parigi, che le viene concesso. Nel 1924 si
ritrova sola, senza marito e senza figlio.
Va
progressivamente costruendo il suo delirio contro la Signora “Z”
(Huguette Duflos, il cui vero nome era Hermance Hert, attrice celebre
in quegli anni sulla scena parigina): è sicura che da lì vengono le
minacce di uccidere suo figlio. Come fece Aimée ad arrivare a questa
conclusione?
Dopo
molti insistenti interrogatori, confessa Lacan, Aimée gli racconta
quanto segue: fu nell'ufficio, in un momento in cui si sforzava di
chiarire da dove venivano le minacce contro il figlio, che per la
prima volta sentì le colleghe parlare di questa attrice- e fu allora
che capì di avere trovato la responsabile del complotto contro il
bambino.
Era
stata almeno due volte a vederla a Parigi: al teatro, e poi al
cinema. Aimée si rende conto che
la
Signora “Z” si presentava vicino a casa sua, e interpreta il
tutto come una provocazione.
Continua
a sognare il figlio morto e, per quanto vada a trovarlo nella città
natale di lui, dove vive con il padre, teme molto per la sua vita-
fino al punto di sentire di dover fare qualcosa perchè altrimenti la
disgrazia la raggiungerà in fretta, e diventerà una madre
criminale.
La
tempesta di angoscia e persecuzione cresce col passare del tempo.
Anche
se la Signora “Z” è la sua persecutrice principale, vi sono
altri persecutori.Così per diverse donne attorno a lei, ma
soprattutto per lo scrittore dei testi di questa attrice, verso il
quale Aimée aveva inizialmente dedicato un amore erotomanico, per
passare poi a disprezzo e rancore. Diceva che era colpa di lui se
aveva abbandonato suo marito, perchè era stato lui a chiederglielo.
L'amore
erotomanico non si manifestò solo con questo personaggio ma anche
con il principe di Galles, cui scriveva lunghe lettere.
Ritiene
pure che un redattore del Journal faccia nei suoi articoli frequenti
allusioni e minacce contro di lei. Si sente plagiata, e crede che
vengano copiati degli estratti dei suoi romani non pubblicati. Passa
un periodo di “dissipazione”, nel quale “si sente obbligata a
andare verso gli uomini”. Abborda a caso uomini che incrocia per
strada. Molte volte questi incontri terminano in stanze d'albergo.
'E
in questa ossessione che Aimée avverte la necessità imperiosa di
fare qualcosa per tenere lontana da suo figlio la minaccia di morte,
e che prepara l'aggressione alla Signora “Z”.
Il 18 aprile 1931, all'ingresso del teatro, abborda una famosa
attrice parigina, che doveva recitare quella notte. La sta
aspettando, e le chiede: ''E lei la Signora “Z”' (così venne
chiamata da Lacan)? Ricevuta una risposta affermativa, Aimèe tira
fuori dalla borsa un coltello, e piena di odio leva la mano contro di
lei; la lama è però bloccata dall'attrice, che si taglia i tendini
di un dito della mano destra.
Interrogata
sul motivo dell'aggressione, disse solo che la Signora “Z” da
molto tempo la minacciava e provocava. Era sicura che l'altra non
agiva da sola, ma con la complicità di un letterato, pure famoso,
che aveva rivelato parte della sua vita privata.
Aimée
viene inviata in prima istanza alla infermeria speciale e al carcere
femminile di Saint-Lazare.
Un
mese e mezzo dopo, il 3 giugno 1931, viene ricoverata nella
Clinica Sainte-Anne con diagnosi di “delirio sistematizzato di
persecuzione su base interpretativa con tendenze megalomaniche e
sostrato erotomanico”.
Il
18 giugno 1931 Lacan prende in carico il caso, di cui si occuperà
per un amnno e mezzo.
Aimée
aveva 38 anni.
Durante
il ricovero in clinica, il suo delirio sparì [n.b.in
effetti dopo i primi 20 gg di carcere].
La
interpretazione
Per
Lacan si trattava senza dubbio di una paranoia, e per questa diagnosi
si basò su una concezione kraepeliniana: la conservazione di un
ordine nel pensiero, negli atti e nella volontà. Però in questo
quadro non si spiegava la guarigione.
Delirio
con due aspetti:
di
persecuzione;
di
grandezza;
idealismo
riformatore, missione sociale;
erotomania
verso un personaggio di stirpe reale.
La
erotomania di Aimée è interpretata in termini freudiani (secondo
Freud nel delirio di gelosia paranoico vi è una inconscia attrazione
omosessuale nei confronti del persecutore).
“Erotomania
omosessuale nei confronti delle persecutrici”.
“Erotomania
eterosessuale” nei confronti di:
Pierre Benoit
(“P.B.), autore di un romanzo che “Z” mise in scena: Si
riconosce in diversi suoi personaggi, e si
sente molestata dalle sue supposte allusioni alla sua vita privata.
(Abbiamo le tre fasi descritte da
De Clérambault: speranza, delusione, rancore); il Principe di
Galles: appare come una figura benevola che la protegge dalla
persecuzione di Z e degli altri
persecutori. 'E una erotomania platonica (amore passionale
idealizzato senza componente
sessuale, secondo il modello descritto da Dide).
Scatenamento
della psicosi in occasione di gravidanza e puerperio: Lacan, al pari
di Kraepelin, usa il termine di 'causa occasionale'.
La
nozione di scatenamento si oppone a quella di continuità, propria
del costituzionalismo. Per Sérieux e Capgras, nella evoluzione del
delirio di interpretazione l'inizio della psicosi resta incerto, e
si confonde con la vita complessiva del paziente; a poco a poco si
produce una cristallizzazione delle interpretazioni attorno a una
concezione o tendenza predominante legata a una situazione vitale.
Per
Lacan al contrario questo scatenamento (“punto o momento fecondo”)
della psicosi costituisce un momento di rottura che produce una
precisa discontinuità nella vita del malato.
Quando
a 18 anni di età Aimée lascia la casa di famiglia vive per tre mesi
a casa di uno zio, la cui moglie è la sorella maggiore di Aimée
(andata a casa di questi a lavorare a 15 anni, si era sposata con
lui). Lì Aimée si trova sotto l'autorità della sorella.
Anni dopo
le due sorelle si reincontreranno: 8 mesi dopo il matrimonio di Aimée
la sorella [restata dopo la guerra vedova, e
senza figli] va a vivere con lei. Quando
per via della malattia Aimée non può farsi carico del figlio,
questa donna la sostituisce nelle cure materne.
Lacan
segnala che Aimée è dominata da questa donna, che arriva a
soppiantarla. In qualche modo ella rappresenta “l'immagine di
quello che Aimée non riesce ad essere”.
Si
produce una negazione: invece di riconoscere il suo odio per la
sorella ('complesso fraterno'), Aimèe si rifugia in un
'misconoscimento sistematico'. Il suo odio si concentra su oggetti
lontani dal suo
odio reale, su sostitute della sorella.
Dopo la sua chiamata telefonica C. de
la N. inaugura la serie delle persecutrici.
Verrà
poi Sara Bernhardt, che la madre dell'amica aveva conosciuto in un
convento.
Infine
Z (Huguette ex-Duflos).
Lacan
si domanda quale sia in effetti per Aimée il vero valore
rappresentativo delle persecutrici. “Donne di lettere, attici,
donne di mondo, esse incarnano per Aimée l'immagine che lei si fa
della donna che, in qualunque misura, gode di libertà e di potere
sociale (…) Questo tipo di donna è esattamente quello che Aimée
stessa sogna di arrivare ad essere. La stessa immagine che
rappresenta il suo ideale è al tempo stesso oggetto del suo odio”.
Troviamo
un abbozzo di formulazione della teoria dello specchio, anche prima
che questa venga concettualizzata [nel
1936]. Nella proliferazione di doppi
riconosciamo il disturbo dell'immaginario prodotto dalla regressione
topica allo stadio dello specchio. Questa considerazione gli permette
di spiegare il meccanismo della autopunizione: Aimée aggredisce il
suo ideale esteriorizzato e, facendolo, aggredisce sé stessa.
Nella
misura in cui l'oggetto aggredito mantiene il valore di puro simbolo,
Aimée, a differenza del delirante passionale, non giunge a
tranquillizzarsi dopo il passaggio all'atto, ma quando percepisce
di
essersi con questa azione resa colpevole davanti alla legge, cioè
quando riesce ad aggredire sé stessa. Lacan conclude: “La natura
della cura dimostra la natura della malattia”.
Capisce
poi che quando Aimée ha aggredito l'attrice ha aggredito sé stessa,
e solo allora appare la scomparsa brusca del delirio.
Secondo
Lacan. Il desiderio è soddisfatto quando una esperienza vitale
determina un equilibrio affettivo, si ha uno stop alla messa in atto
e si dissipano i fantasmi. Tale esperienza vitale è sociale nella
sua origine perchè si tratta del castigo. In altre parole, il
castigo determina la fine del desiderio; è il castigo che
costituisce l'oggetto del desiderio.
Il
misconoscimento nella follia non è altro che un'immagine invertita
del proprio essere; il delirante misconosce che il suo persecutore
non è altri che lui stesso.
Aimée
vuole uccidere un'altra che la rappresenta e incarna pure il suo
ideale.
Questo
tipo di paranoia è chiamata da Lacan PARANOIA DI AUTOPUNIZIONE; ha
la caratteristica di essere curabile. Sebbene fosse già stata
stabilita la relazione fra psicosi e autopunizione, questa entità
clinica è una creazione originale di Lacan.
Freud
nel 1923 pubblicò un articolo cui diede titolo “Su alcuni casi di
delitto per sentimento di colpa”, dove per la prima volta formulò
l'ipotesi che certi criminali si muovessero spinti dal sentimento di
colpa, cioè cercando attivamente la punizione per una colpa
immaginaria tramite un crimine o delitto reale; il proibito attraeva
esattamente per questa promessa di punizione. Concluse la sua analisi
con la celebre frase: 'La colpa è anteriore al crimine'.
Lacan
ritiene che esista un arresto evolutivo della personalità di Aimée
al momento della integrazione infantile della consapevolezza morale;
cioè al momento della nascita del Super-Io. Da qui deriva che la
tendenza dominante sia la autopunizione. Ciò determina in Aimée una
fissazione allo stadio sadico-anale di sviluppo della libido e al
complesso fraterno- da dove il disturbo della istanza punitiva; ne
risulta una struttura paranoica.
Fra
i crimini dell'Es e quelli dell'Io, delineati da Guiraud, colloca
quelli del Super-Io, nei quali l'atto criminale esprime una
intenzione autopunitiva.
'E
proprio nella misura in cui Aimée, colpendo, colpisce sé stessa che
produce una realizzazione di desiderio (della pulsione autopunitiva)
che la libera dal delirio.
La
responsabilità dello psicotico (1)
La
tendenza generale degli psichiatri francesi contemporanei di Lacan è
di respingere la nozione di responsabilità.
In
questo momento Lacan non prende parte al dibattito (“è una
questione molto controversa”). Rifiuta la attribuzione di
irresponsabilità totale per le azioni di un delirante, e aggiunge
che la applicazione delle sanzioni penali deve essere accompagnata da
un controllo e da un trattamento psichiatrico.
La
responsabilità dello psicotico (2)
Negli
anni successivi la sua posizione diventa più chiara: non si può
impedire al malato di responsabilizzarsi per le sue azioni “dato
che questa assunzione soggettiva di responsabilità è necessaria per
il significato stesso della pena”.
Il
linguaggio di Aimée (1)
“Gli
scritti [dei pazienti] sono documenti molto preziosi. Bisogna
raccoglierli con cura,
e
procurarseli dal momento in cui entrano in ospedale (quando non hanno
ancora imparato a essere reticenti...)”
Lacan
non trova in Aimée schizofasia né schizografia. “Quanto alle
circonlocuzioni della frase: parentesi, note casuali, subordinazioni
intricate- quanto alle riprese, ripetizioni, ritorni della struttura
sintattica, che negli scritti della maggior parte dei paranoici
esprimono stereotipie mentali di ordine più elevato, è molto
notevole constatarne la totale assenza negli scritti di Aimée”.
'E
una vera 'innamorata delle parole'.
Gli
scritti di A. restano vincolati alla tematica delirante.
Il
linguaggio di Aimée (2)
Scrisse
due romanzi negli 8 mesi precedenti l'aggressione.
Il
primo fu scritto di getto. Si intitola 'Il detrattore', ed è
dedicato al Principe di Galles (“avrebbe potutto essere chiamato
Idillio”).
Il
secondo è composto in una “atmosfera febbrile”. 'E una satira
che mira a mettere in evidenza scandali e miserie del suo tempo, con
l'aspirazione a un mondo migliore. Si intitola 'Con il vostro
permesso', ed è pure esso dedicato al Principe di Galles.
Lacan
segnala la discordanza evidente fra il posto centrale del figlio
nelle sue preoccupazioni deliranti e l'interesse reale che ella
manifesta nei suoi confronti. In realtà ella non si occupa del
bambino, lo lascia alle cure della sorella. Cià indica la distanza
esistente fra il figlio reale e il figlio del delirio.
Secondo
alcuni autori [p.e. Allouch] colpisce il
fatto che Lacan non ha dato importanza al ruolo di madre e sorella
della madre nel delirio di Aimée.
In
primo luogo bisogna notare la posizione francamente delirante della
madre quando viene informata del passaggio all'atto di sua figlia.
Quando il delirio di Aimée si svuotò (immediatamente dopo il
passaggio all'atto) prese il suo posto quello della madre.
Nel
primo capitolo della tesi Lacan riconosce- senza accentuare la cosa-
che la madre “è affetta da delirio di persecuzione” (lo mette
fra virgolette) e che una zia presentava comportamenti “bizzarri e
disordinati”.
Fra
i dati importanti della storia di Aimée, si includono quelli
relativi al periodo in cui la madre era incinta della paziente: una
figlia, qulla più grande, muore in un tragico incidente all'età di
5 anni. Lacan riferisce che la bambina cadde nella porta aperta di un
forno acceso, morendo rapidamente per le ustioni. La famiglia stessa
mette in relazione la follia della madre con questo incidente.
Jean
Allouch riceve la testimonianza del figlio di Aimée, Didier Anzieu,
che ricostruisce gli eventi in modo diverso: “Era (Aimée,
Marguerite) la terza figlia, la terza o la quarta...Qui sta il
problema. La famiglia viveva in una grande casa di mattoni, vicino
alla stalla e ai campi. La sala era l'unica stanza riscaldata- con un
grande focolare in cui bruciavano grossi pezzi di legno; lì si
cucinava, e ci si poteva sedere su delle panche. Il fatto accadde
prima della nascita di mia madre. Era un giorno di festa. A
Marguerite, la più piccola delle tre figlie, avevano messo un
vestito di organza per andare alla messa. La lasciarono un momento
alle cure della sorella maggiore, quella che sarebbe stata la mia
madrina. La piccola era vestita in modo leggero e faceva freddo, si
avvicinà al fuoco... e morì bruciata viva. Fu uno shock atroce per
i genitori, per le due sorelle. E quando nacque un'altra bambina le
diedero lo stesso nome, Marguerite”.
5
mesi dopo il tragico incidente la madre restò nuovamente incinta, ma
il bambino muore appena nato. 11 mesi dopo nasce Aimée, cui viene
dato il nome della sorella morta. Sono, dunque, due le morti che
precedono Aimée. 'E la morte che la precede e la battezza, dato che
occupa il posto della sorella maggiore morta.
10
anni prima dei colloqui che Lacan ebbe con Aimée, la madre di lei si
era presentata come una donna fragile, con tendenza a interpretazioni
persecutorie, le cui inquietudini si trasformavano rapidamente in
sospetti. Aveva la sensazione di essere ascoltata e spiata dai
vicini, motivo per cui-era anlfabeta- chiedeva che le lettere
indirizzate a lei le venissero lette sottovoce.
Una
volta informata degli eventi riguardanti Aimée, la madre si chiude,
affermando che quanto avvenuto alla figlia era dovuto all'ostilità
dei vicini più prossimi. Pare trattarsi dello sviluppo di un delirio
determinato dalla situazione della figlia.
Jean
Allouch lamenta che Lacan non diede evidenza agli elementi che
avrebbero portato alla diagnosi di una follia a due.
Per
alcuni autori si può anche pensare a una follia a tre, se si tiene
conto della sorella di Aimée, Èlise Pantaine, su cui si hanno poche
informazioni. 'E questa sorella che si occupa del figlio quando lei
si trasferisce a Parigi.
Elisabeth
Roudinesco racconta il seguito della storia di Aimée: possiamo
constatare una stabilizzazione relativa, che le permette di evitare
nuovi ricoveri [dopo la dimissione nel 1944].
“In
questa storia incredibile la realtà assomiglia a un romanzo. Nel
1941 [?] le autorità decidono di non
continuare a impiegare risorse per gli internati negli istituti
psichiatrici, che sono troppo costosi in tempo di guerra. Centinaia
di pazienti sono dimessi, privi di sostentamento. Aimée segue questo
destino. Allontanata dall'Ospedale di Sainte-Anne, dove era aiutante
nella biblioteca, è accolta a casa della seconda sorella. Dopo che è
stata liberata conosce alcuni borghesi di Parigi (…). diventa la
loro cuoca; dato che questi apprezzano le sue doti, la invitano a
seguirli nella loro casa di Boulogne [vicino a
Parigi; la sorella viveva vicino all'Alsazia] (…). Continua
a scrivere, spinta da una ispirazione religiosa. Verso la fine della
sua esistenza progetterà di scrivere un'opera sulle donne della
Bibbia. A volte attraversa delle crisi mistiche e si sente
perseguitata. Non ostante la sua follia non commetterà altre
aggressioni, e non sarà più ricoverata”.
Nel
momento in cui lascia l'ospedale Aimée stava abbastanza bene, e in
effetti da diverso tempo si discuteva della sua dimissione.
Suo
figlio dice: “Dopo i suoi 12 anni di ricovero condusse una vita
indipendente. Lavorò attivamente per integrare le piccole pensioni
di cui disponeva (…) Persistentemente si dedicò a opere di
carità, nelle quali fu molto amata, anche se a volte un po'
suscettibile. Fino al momento del declino mantenne una insaziabile
curiosità intellettuale”.
Nel
1949, suo figlio Didier (Anzieu), compiuti gli studi di filosofia,
decise di diventare analista. Ricevette la sua formazione analitica
sul divano di Lacan, mentre preparava- sotto la direzione di Daniel
Lagache- una tesi sulla autoanalisi di Freud;
ignorava che il famoso 'caso Aimée' riguardava sua madre. Questa gli
rivelò la verità quando, per un caso straordinario, si impiegò
(1949 circa) come governante, nella casa di Alfred Lacan 81973-1960),
da poco vedovo, padre di Jacques [che
reincontrò dopo 16 anni circa].
Si
ebbe un conflitto fra Didier Anzieu e Lacan a questo punto [Didier
A. ruppe con Lacan accusandogli di averlo tenuto all'oscuro di fatti
esssenziali] ; e pure fra Lacan e Marguerite: Marguerite gli
rimproverava di averla trattata come “un caso clinico”, e no come
un essere umano; e inoltre e soprattutto di non averle mai
riconsegnato i manoscritti che ella gli aveva affidato un tempo, al
momento del suo internamento nell'Ospedale Sainte-Anne.
3. BIBLIOGRAFIA/
SITOGRAFIA
LIBRI
JEAN ALLOUCH
'Marguerite, ou l'Aimée de Lacan' (1990/ 1994).
MARGUERITE ANZIEU
'Aimée' (adapt. theatr. G.Blanchard et I.Laffon) (1999).
JACQUES LACAN 'La
psicosi paranoica nei suoi rapporti col la personalità' (1932/
1975).
SILVIA
E. TENDLARZ 'Aimée Con Lacan: Acerca de la Paranoia de Autopuniciòn'
(1999).
MIKKEL
BORCH-JACOBSEN 'Lacan, il maestro assoluto' (1991) [libgen].
ELISABETH ROUDINESCO
'La Bataille De Cent Ans: Histoire De La Psychanalyse En France
T.
I-II (1982/ 1986); 'Jacques Lacan. Profilo di una vita, storia di un
sistema di
pensiero'
(1993)[libgen].
PIETRO BARBETTA,
'Follia e creazione', 2012.
PIERRE BENOIT
'L'Atlantide' (1919); 'Alberte' (1926).
JOSEPH H. BERKE et
al. ed. 'Even Paranoids Have Enemies: new perspectives on paranoia
and
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(1998).
LUDWIG BINSWANGER
'Il caso Suzanne Urban' (1953).
ANDRE' BRETON
'Manifesti del surrealismo' (1924/ 1930/ 1946); 'Nadja' (1928).
ANDRE' BRETON e PAUL
ELUARD 'L'immacolata concezione' (1930).
ANDRE' BRETON et al.
'Violette Nozières' (1933).
DAVID
CARROLL, 'French
Literary Fascism: Nationalism, Anti-Semitism, and the Ideology of
Culture'
(1995).
HELENE CIXOUS
'Ritratto di Dora' (1975).
COLETTE, 'Romans',
Pocothèque 2004.
SALVADOR DALI' 'Il
mito tragico dell'Angelus di Millet' (1938/1963); (a c. Di Robert
Descharnes)
'Oui: La révolution paranoïaque-critique, l'archangélisme
scientifique'
(2004)
.
S. DE BEAUVOIR
'L'età forte' (1960).
QUENTIN BELL,
'Virginia Woolf: A Biography, 2 vols', 1972.
JACQUES DERRIDA
'Fattore di verità' (1975).
FRANCIS DUPRE'
(J.Allouch et al.) 'La "solution" du passage a l'acte: Le
double crime des
soeurs
Papin' (1984).
GUSTAVE FLAUBERT
'Madame Bovary' (1857).
MICHEL FOUCAULT
'Storia della follia nell'età classica', (1961/ 1972).
MICHEL FOUCAULT (a
c. di) 'Io, Pierre Rivière, avendo sgozzato mia madre, mia sorella
e mio
fratello...
Un caso di parricidio del XIX secolo' (1973).
ALLEN GINSBERG
'Kaddish' (1961).
SANDRA GILBERT.
SUSAN GUBAR, 'The Madwoman in the Attic', 1979.
LUCE IRIGARAY
'Speculum. L'altra donna' (1974).
PIERRE JANET E
FULGENCE RAYMOND, 'Les obsessions et la psychasthénie : Tome 2,
Etudes
générales'
(1903).
ERNST KRETSCHMER
'Il delirio sensitivo di relazione' (1918/1927).
JULIA
KRISTEVA 'Le Génie feminin. 3. Colette' (2002).
JACQUES LACAN
'Scritti' (1966); 'I complessi familiari' (1938). [Avec H. Claude et
P. Migault :
'Folies
simultanées, 1931; 'Écrits « inspirés » : schizographie', 1931;
'Motifs du crime
paranoïaque
: le crime des sœurs Papin', 1933;
sinthome',
1975/2005.
TORIL MOI,
'Sexual/Textual Politics: Feminist Literary Theory', 1985/2002.
ROBERT O. PAXTON,
'La France de Vichy, 1940-1944' (1999).
J.P.SARTRE 'La
camera' (1939- ne 'Il muro').
ELAINE SHOWALTER 'A
Literature Of Their Own: British Women Novelists from Brontë to
Lessing'
(1982/ 1997).
JEAN STAROBINSKI
'Jean-Jacques Rousseau: la transparence et l’obstacle' (1957/
1976).
GIORGIO VIGOLO,
introduzione a 'Poesie' di Friedrich Hölderlin (1957; 50 pag.).
WILLIAM J. MITCHELL
'City of bits: Space, Place, and the Infobahn' (1995).
ARTICOLI, TESI, ETC.
4. A PROPOSITO DELLA THÈSE
DI LACAN:
10 WAYS OF SEEING/ 10
MODI DI VEDERE
1. L'AVVENTO DI LACAN
(come
di Zarathustra... cfr. Cox Cameron, Rabatè, Roudinesco, Mikkel
Borch-Jacobsen, Allouch etc.)
2. IL POTERE
PSICHIATRICO
(Foucault,
Castel, Basaglia; cfr. 'Sartre, la psicanalisi esistenziale e
l'antipsichiatria'-
3. PARANOIA/
TRASFORMAZIONE
PARANOIA/
PERSECUZIONE
PARANOIA/
DESIDERIO
PARANOIA/
PARANOIA CRITICA
FOLLIA FEMMINILE
PARANOIA/
COSTITUZIONE IMMAGINARIA DELL'IO
(cfr.
Kristeva, 'La rivoluzione del linguaggio poetico'; Schatzman e Berke;
'Economie
libidinale' di Lyotard, e 'Anti-Edipo'; S. Dalì; Betty
Friedan e Elaine Showalter; Lacan)
4. LA SCRITTURA
FEMMINILE
Clarice Lispector
KathyAcker
Margaret Atwood
Anna
Kavan
Barbara O' Brien
Sylvia Plath
Joanna Russ
Sarah Kane
Jean
Rhys
Maria Schiavo
Octavia Butler
Betty Friedan
Robin Morgan
Teresa De Lauretis
Judith Butler
Marguerite Duras
Marilyn French
Patricia Highsmith
Sarah Lefanu
Doris Lessing
Marge Piercy
Poppy Brite
Tanith Lee
Anne
Rice
Toril Moi
Carla Lonzi
Radclyffe Hall
Rosi
Braidotti
Hélène Cixous
Kate
Millet
Erica Jong
Luce
Irigaray
Lucia Joyce
Janet Frame
Marie Cardinal
Valerie Solanas...
5. RITORNO DEL
RIMOSSO/ PRODURRE INCONSCIO
(Freud,
Lacan, Deleuze-Guattari, Lyotard)
6. MOIRA/ ATE
(Dodds,
'I Greci e l'irrazionale'; W. Otto, 'Gli dei della Grecia'; Eschilo,
'Orestea';
Lacan, 'L'etica della psicanalisi')
7.
I DONI DIVINI DELLA FOLLIA/ SCRITTURA ISPIRATA
(
Ferdiére; 'Typography' di Lacoue-Labarthe; i surrealisti; EH Dodds;
M. Eliade,'Lo
sciamanesimo'; il saggio di Derrida su 'Storia della
follia' di Foucault; 'Follia e creazione'
di Pietro Barbetta...)
8. TEORIA DEI
COMPLOTTI
('Commentari
sulla società dello spettacolo' di Debord; Berke et al.; Qiao Liang
e Wang
Xiangsui: 'Guerra senza limiti', 1999)
9. CASI CLINICI
RIVISITATI, RI-DETTI/ LITTERATURE
('Le
due analisi di Mr. Z' di Kohout- opera di fantasia n.b.; Hirschmüller
et al. su Ellen
West;
'Perceval's narrative' di Bateson; 'Le
verbier de l'homme aux loups'; 'Ritratto di
Dora'
della Cixous; 'Foglie di primavera' di Aaron Esterson; varie cose su
Schreber &c-
[cfr.
la mia nota su Kasparhauser
http://www.kasparhauser.net/giardinomente/conserva-schreber.html];
Anna O; 'Io, Pierre
Riviere...', a c di Michel Foucault; 'Poteri
dell'orrore' della Kristeva; il libro di Didier
Anzieu sulla autoanalisi di Freud; 'Saint Genet' di
JP Sartre, e 'Glas' di Derrida, di cui
pure 'Fattore di verità'; 'Sargasso Sea', di Jean
Rhys; John Bishop, 'Joyce's Book of the
Dark', su Finnegans Wake'; 'Empire of the
senseless', di Kathy Acker, ri-dire di
'Neuromancer' di Gibson; Jean-Michel Rabaté,
'Jacques Lacan. Psychoanalysis and the
Subject of Literature')
10.
IL VUOTO E LE VISIONI
('Marguerite
sachante', Allouch chap. 13 ; 'Hiatus Irrationalis', J.Lacan
1929/1933,
Dany-Robert-Lacan-e-o-Espelho-Sofianico-de-Boehme;
François Cheng 'Le Docteur
Lacan
au quotidien', L’Âne n° 48 - octobre-décembre 1991-
'PSYCHANALYSE ET
TAOISME', THÈSE 2004- http://espace-cpp.pagesperso-
orange.fr/archives/Psychanalyse_et_taoisme_G%20Gancet.pdf)
10
bis. PAYSANNE DÉRACINÉE
la
miseria
la civiltà
contadina in Francia
M.Barrès, 'Les
Déracinés'
la guerra
civile degli anni '30 in Francia; il programma di Vichy
'il fascismo
letterario francese' (D.Carroll)
[la rimozione
sociale di QUEL passato]
5. Voy corriendo al Quai d'Orsay/ Je cours au quai d'Orsay
28
de enero de 193...
..
Voy
corriendo al Quai d'Orsay
Para
mirar a mi dueño
Mi
dueño, mi bien amado
Por
la ventana he saltado
Pelo
rubio como el sol
El
infinito en sus ojos
Una
silueta alta y fina
¡Ay¡
yo deseo seguirla
Yo
quedo toda turbada,
Día
y noche se trastornan
El
río helado no puede
Anegar
todo mi anhelo.
Con
su Alteza la distancia
Es
inmensa, y nadie puede
Vencerla
de un aletazo.
El
corazón no es rebelde.
Abro,
tranquila, mi puerta
Desfila
toda mí escolta
Están
allí mis asiduos
La
tristeza, el desaliento.
Pero
ese día se sienta
Muy
cerca de mi ventana
En
persona de mi dueño
El
valor sin abandono.
Los
viajes, qué azoramiento
Atentados,
accidentes
¡Cómo
todo se acumula
y
las salidas de mulas!
Que
su Alteza me permita
Decirle
cuanto le digo
Me
preocupa lo indecible
la
perfidia de esas bestias
Cuando
las águilas vuelen
Por
sobre la Cordillera
Los
Windsor se medirán
Con
los Grandes de la Tierra.
168
...A l'égard du prince de Galles la
relation délirante est beaucoup plus précise. Nous avons d'elle un
cahier où elle note chaque jour, avec la date et l'heure, une petite
effusion poétique et amoureuse qu'elle lui adresse.
Le 28 janvier 193...
Je cours au quai d'Orsay
Pour apercevoir mon maître
Mon maître, mon bien-aimé
J'avais sauté par la fenêtre
Des cheveux blonds comme le soleil
Des yeux miroir de l'infini
Une silhouette haute et fine
Ah ! comme je l'aurais suivie
J'en restais bouleversée,
Le jour et la nuit en sont troublés
Le fleuve glacé ne pouvant
Noyer tout mon élan
Avec son Altesse la distance
Reste toujours immense
Pour la vaincre d'un coup d'aile.
Le coeur n'est pas rebelle.
J'ouvre doucement ma porte
Suit tout mon escorte
Mes assidus sont là présents
La tristesse et le découragement
Mais ce jour-là comme compagnon
S'assit tout près de ma fenêtre
En la personne de mon maître
Le courage sans abandon.
Les voyages, quel effarement
Les attentats, les accidents
Comme tout cela s'accumule
Et le départ des mules !
Que son Altesse me permette
Que je lui dise tout ceci
J'ai énormément de souci
De la traîtrise de ces bêtes
Par les monts de la Cordillière
Quand les aigles planeront
Au niveau des Grands de la terre
Les Windsors se mesureront.